lunedì 31 dicembre 2012

Felicità.


Vi auguro un buon 2013 con una riflessione non mia ma che riflette molto bene la mia anima ribelle contro lo stato attuale delle cose e di (gran) parte della cultura e della politica. Un po' stonato in un mondo che riconosco di rado.

Perché a volte penso che siamo troppo assuefatti da discorsi senza senso e profondità, che rischiamo di perdere il perdere il senso stesso della propria esistenza e della propria unica essenza.

Il discorso che vorrei ascoltare da ogni politico.

A farlo è il Presidente dell’Uruguay Josè “Pepe” Mujica.
Tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità.
E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo?
Un discorso che, spero, passerà alla storia.
 
(Pepe Mujica, noto come “il presidente più povero del mondo”, ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E’ stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.)


Josè Pepe Mujica – Presidente dell’Uruguay al G20 – Brasile – pubblicato il 7 Dicembre 2012


“Autorità presenti di tutte le latitudini e organismi molte grazie, e  i nostri migliori ringraziamenti al popolo del Brasile e alla sua Signora Presidente.
E molte grazie alla buona fede che sicuramente hanno manifestato tutti gli oratori che mi hanno preceduto e esprimiamo la intima volontà, come governanti, di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere.
Senza dubbio ci permettono di farci alcune domande a voce alta:
per tutta la sera si è parlato di “sviluppo sostenibile” e di tirare fuori immense masse dalla povertà. Che ci passa per la testa?
Il modello di sviluppo e di consumo attualmente è quello delle società ricche.
Mi domando: cosa succederebbe a questo pianeta se gli Hindu avessero la stessa proporzione di auto per famiglia che hanno i tedeschi? Quanto ossigeno ci resterebbe per respirare?
Più chiaramente: il mondo oggi ha gli elementi materiali per rendere possibile che sette, otto miliardi di persone possano avere lo stesso grado di consumo e di spreco che hanno le più opulente società occidentali? Sarà possibile? O dovremo fare un giorno un altro tipo di discussione?
Perché abbiamo creato una civilizzazione, quella in cui siamo, figlia del mercato, figlia della concorrenza e che ha prodotto un progresso materiale portentoso ed esplosivo.
Però quello che era economia di mercato ha creato “società” (intesa come società civile, ndr) di mercato!
E ci ha prodotto questa globalizzazione, che significa guardare a tutto il pianeta!!
Stiamo governando la globalizzazione o è la globalizzazione che governa noi?
E’ possibile parlare di solidarietà e “che siamo tutti uniti”,  in un’economia basata sulla concorrenza spietata?
Fin dove arriva la nostra fratellanza?
Nulla di questo lo dico per negare l’importanza di questo evento. NO! È per il contrario!!
La sfida che abbiamo davanti è di una portata di carattere colossale!!!
E la grande crisi… non è ecologica. E’ POLITICA!!!!
E l’uomo non governa oggi la forza che ha scatenato!! Fino a che le forze che ha scatenato governano l’uomo… e la vita!!
Perché non veniamo sul pianeta per svilupparci in termini generali, veniamo alla vita cercando di essere felici. Perché la vita è corta e ci va via.
E nessun bene vale come la vita, e questo è elementare!!!
Però se la vita mi sfugge lavorando e lavorando per consumare un “plus” è la società del consumo il motore.
Perché, in definitiva, se si paralizza il consumo, o se si ferma, si ferma l’economia. E se si ferma l’economia, è il fantasma della stagnazione per ognuno di noi. Però questo iper - consumo, a sua volta. È quello che sta assalendo il pianeta!!! E deve generare, questo iper – consumo, cose che durano poco, perché si deve vendere tanto.
Una lampadina elettrica non può durare più di mille ore accesa. Ma ci sono lampadine che possono durare 100.000 … 200.000 ore!
Però queste non si possono fare.
Perché il problema è il mercato, perché dobbiamo lavorare, e dobbiamo avere una civilizzazione di uso e smaltimento. E siamo in un circolo vizioso!
Questi sono problemi di carattere politico!
Che ci stanno dicendo la necessità di iniziare a lottare per un’altra cultura!!!!
Non si tratta di regredire l’uomo alle caverne, nedi avere un “monumento dell’arretratezza”. È che non possiamo indefinitamente continuare ad essere governati dal mercato, ma che dobbiamo governare il mercato!!!
Per questo dico che il problema è di carattere politico… nel mio umile modo di pensare.
Perché… i pensatori antichi definivano…  Epicuro… Seneca… gli Aymara(indios,ndr)… : “Povero non è chi possiede poco, ma veramente povero è chi necessita infinitamente tanto”… e desidera, e desidera… e desidera sempre più.
Questa è una chiave di carattere culturale!
Quindi… saluto lo sforzo e gli accordi che si fanno.
E lo accompagno, come governante. Perché so che alcune cose che sto dicendo “stridono”… però dobbiamo renderci conto che la crisi dell’acqua, che la crisi dell’aggressione ambientale, non è una causa.
La causa è il modello di civilizzazione che abbiamo costruito!
E ciò che dobbiamo rivedere è il nostro modo di vivere!
Perché?
Appartengo ad un piccolo paese, molto ben dotato di risorse naturali per vivere. Nel mio paese ci sono 3 milioni di abitanti…. Poco più, 3 milioni e 200… Però ci sono 13 milioni di vacche delle migliori al mondo! E 8 – 10 milioni di ovini stupendi. Il mio paese esportatore di cibo, di latticini, di carne… E’ una pianura, quasi il 90% del suo territorio è utilizzabile.
I miei compagni lavoratori lottarono molto per le 8 ore di lavoro, e ora stanno ottenendo le 6 ore. Però chi ottiene 6 ore ottiene due lavori e così lavora più di prima.
Perché? Perché deve pagare un mucchio di rate: il motorino che ha comprato…  l’automobilina che ha comprato… E paga rate! E paga rate! E quando arrivi ad estinguere… E’ un vecchio reumatico come me e la vita gli va via!
E uno si fa questa domanda: è questo il destino della vita umana?
Queste cose sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contro la felicità!
Deve essere a favore della felicità umana! Dell’amore! Della Terra! Delle relazioni umane!
Di prendersi cura dei figli! Di avere amici! Di avere l’elementare. Precisamente!
Perché questo è il tesoro più importante che si ha.
Quando lottiamo per l’ambiente, il primo elemento dell’ambiente si chiama:la felicità umana!
Grazie.”

Lotterò per tornare a fare ciò che sento e credo più di ogni altra cosa dentro di me.
E so che questo mi restituirà la mia identità, togliendomi la maschera.
Auguri sinceri prima ai miei amici.
E poi a tutti.











martedì 13 novembre 2012

Rispondo a Mauro. L'esploit dei Fantastic Five.

Ciao Mauro. Come promesso eccomi.

Prima di tutto un paio di premesse.
Prima. Domanda: Perché una TV commerciale? SKY24? In chiaro su Cielo? Non la trovo una scelta proprio “popolare”, non tutti hanno sky e soprattutto credo che una certa fetta della popolazione italiana sappia “poco” della tv di nome “Cielo”. Un ragionamento veloce, essendo TV commerciale, mi viene da pensare: avrà “contribuito” alla campagna elettorale??
Seconda. Come dice Balasso nel suo post mattutino su FB, chiunque (anche tu ed io) avendo letto i giornali degli ultimi giorni avremmo potuto rispondere a tono. Nulla di nuovo. E magari noi lo avremmo fatto anche con qualche “nota” di colore in più.

Tu vo’ fa’ l’ammericano, sent’ammé chitoffafà! Tu sei nato in Italì!!!! (Carosone)

Lo stile è quello dei confronti all’americana. Mi chiedo: ma porcaputt… perché dobbiamo sempre copiare???
Tempi stabiliti, moderatore (mediocre) che blocca le emorragie verbali per tempo, domande dirette.
I protagonisti sono quello che ha prodotto il nostro sistema negli ultimi anni.
C’è di peggio, vero. Ma il guaio è che, forse, non c’è di meglio.

Rispondo alle domande:

1) Quanto soporifera è stata la serata?
Serata che è andata scemando. Grande attesa, vanificata dai toni, ora di uno ora di un altro, un po’ della solita politica. Qualche battuta del Renzi (scugnizzo) che molla elegantemente qualche sciabolata. Qualche applauso di chi parteggia per l’uno o per l’altro (abbastanza “Berlustyle”, come scena).
Alla fine lo abbiamo guardato. Non senza sforzo, per tenere a freno il dito addetto allo zapping.

2) Qualcuno ha detto qualcosa di sinistra? Concetto, ovviamente, contestualizzato nel 2012.
Mah. Io ho sentito le solite cose. Forse ero distratto? Tabacci, Cattocomunista che frena sulle adozioni da parte di coppie Gay. Vendola: Diritti a tutti le coppie e sdoganiamo l’amore e sentimenti a prescindere dal sesso. Battuta mia: mi sembra che siano anni che sentiamo queste cose, ma in un paese omofobo, bigotto e clericale come il nostro, la vedo dura con i soliti proclami e non ho sentito “proposte” o “soluzioni” nuove. Bersani, fa battuta sulla rigidità del paese di fronte a queste tematiche. Renzi, dice quello che ha fatto a Firenze. La Puppato: un caso a parte. Vero che una donna in un mondo di uomini deve fare il triplo per essere cosiderata alla pari. Comunque si vede che è “in mezzo”. Tutti si elogiano nell’averla esortata a partecipare, e tutti sono pronti a ignorarla (commentatore compreso, che la salta in un turno e poi si corregge). E lei non aiuta. "Canna" negli interventi (attribuisce l’epiteto dei “Bamboccioni” a Brunetta, mentre era di Padoa-Schioppa. E Renzi la corregge, all’inizio di un suo intervento). Lei incassa e si innervosisce. Poi alla domanda (provocatoria) di una 35 lavoratrice cade, stizzita, dandole del tu molto “maternalistico” (… tono tipo “ma che ne sai tu… che parli a fare…). Legge gli interventi e sfora. E si auto incensa (un po’ come fanno tutti, ma un pelino più pedante). E poi, chicca, quasi alla fine, ignora gli stop del moderatore e dice di voler fare Lei, contro le regole accettate, una domanda a Renzi… dopo un breve scambio, è riportata al silenzio. Insomma, magari non dice cazzate, ma non le dice "male". Non mi ha fatto una impressione positiva.
Sono un po' deluso. Mi aspettavo di meglio.

3) Qualcuno ha dichiaratamente condannato il finanziamento pubblico ai partiti?
Qua se ne sono viste un paio. Da chi diceva l’aria è cambiata, la gente ha detto no e bisogna finirla di prenderla per il culo e bisogna cambiare sistema (Renzi). A chi, garantista (Bersani “mantenerlo, riformato e controllato” e Tabacci, dice “ridotto a un quinto”), sosteneva i pericoli di un finanziamento privato e quindi di una politica solo per ricchi.
Ne esce (di nuovo) Renzi, che dice: non mi pare che negli ultimi 20 anni, con questo sistema, i “ricchi” non abbiano fatto politica. E poi parla del referendum dove la gente ha detto Niet al Finanziamento pubblico e noi (politici) non ce ne interessiamo. La Puppato parla di bilanci dei partiti certificati, traparenti. Vendola, in uno dei suoi esploit verboretorici “spara” 1672 parole in 90 secondi tutte elegantemente collegate fra loro, con una forte nota emotiva e non dice un cazzo di diverso.

4) Qualcuno ha dichiaratamente detto che legge elettorale vorrebbbe?
Si. Ma, appunto, se ti leggi i giornali degli ultimi giorni, sai cos’hanno detto. Una piccola nota acida del Bersa su: “attenti a chi cavalca il malcontento ed il populismo (ndr.: Grillo)”. Che mi ha fatto ricadere per un attimo nel “non parliamo di quello che vogliamo fare(cambiare, costruire) ma di chi NON vogliamo" (anti berlusconiano allora antigrillo oggi). Triste. Nessun accenno allo sbarramento e alla quota per il premio di maggioranza (fatto per fermare Grillo).

5) Chi ha fatto più populismo sui termini "progressisti" e "moderati"?
Indubbiamente, la vecchia scuola. Il duo TabaBersa di questo fa sistema. Vendola .. uffa. E guardate che non dice stronzate. Nessuno, dei “Fantastic Five”. Ma, il politichese, è pericoloso in questo contesto storico sociale. E Vendola, per me, così si suicida.

6) Chi è stato al passo con i tempi?
Renzi, primo. Staccati gli altri per me. Seconda, come contenuti la Puppato. (Ma staccata come comunicazione, controllo e spessore). Il resto dietro che sgomita.

7) Chi si è autoaccostato ad Obama?
Nessuno, per fortuna. Nessuna domanda l’ha tirato dentro e nessuno l’ha “usato” nelle risposte. Obama missing.

8) Chi ha leccato di più il culo alla Chiesa?
Nella domanda "a chi fai riferimento, chi ti ispira", Bersani, fa riferimento a Papa Giovanni (credo, se ho capito bene), Vendola al Cardinal Martini. Tabacci ai fondatori della DC, la Puppato alla Nilde Iotti. Renzi (fuori dal coro e dall'ovvio), a una ragazza 22 anni che da sola in un paese del sud del mondo ha combattuto contro il regime, solo con web e email e con le sue speranze.

9) In quali termini si è parlato di diritti delle persone?
alla domanda sui DIRITTI e tutti si sono fermati alle coppie di fatto e agli omosessuali. Tristezza. Perché non parliamo di tutti i diritti universali dell’essere umano (uomo, donna, bambino)?
Nota. Tutti continuano con la tiritera del “lavoro dei giovani”, dei nuovi lavori (io ne sono una vittima) verdi e energia, e di una “nuova imprenditoria” (fasulla perché basata su regole vecchie, su nessuna reale apertura al nuovo e a temi futuri e con tasse insostenibili). Solo il solito Renzi (a me non piace, ma è l’unico che l’ha detto) ha parlato dei 45/50 enni, “sputati” fuori del mondo del lavoro, che hanno skill e conoscenze, e che nessuno se li fila più.

10) Chi ha avuto il coraggio di dire che il Governo Monti è l'unico governo che potevamo permetterci?
Nessuno. Tutti a dire che bisogna cambiare. Tabacci propone Monti come futuro Presidente della Repubblica… così farebbe “garanzia” da li. Mah…..

Un po’ triste direi. Nessun segno di cambiamento vero. Nessuna proposta shock. Il massimo è Renzi che vuole governare solo con 10 ministri e che parla di rivoluzione tecnologica e non mi ha  fatto fare un salto sulla sedia. O la Puppato di portare a 3 per mille il finanziamento alla ricerca e all’innovazione (dal 1,5 di oggi).
Nessuno che dice di volersi riappropriare del debito pubblico Italiano, aggiungendo anche proposte per dimezzarlo.
Nessuno di portare al 10/15 per mille il finanziamento per Scuola, Ricerca, Innovazione, Sport (in termini educativi e sociali) e Cultura, magari sui Diritti universali dell'uomo e sull'ambiente. Così da lanciare una rivoluzione culturale e fare davvero NUOVE professioni.
Nessuno che parla di beni comuni, nuove gestioni. Di libertà di stampa.
Nessuno di una green economy, di un programma serio, che vada oltre la parola “ambiente” inserita a casaccio qua e la nei discorsi, perché fa bello e moderno.
Nessuno che propone un cambiamento delle regole economiche su scala mondiale e una tassazione dei flussi di capitali. Qualche accenno sui capitali in fuga. E sui capitali “nostri” in Svizzera.
Tutti che criticano la scelta del governo Monti sulle provincie e nessuno che si autocritica sulla non attuazione (o attuazione parziale o farlocca) delle leggi che servirebbero (costi dei parlamentari, ineleggibilità, legge elettorale….) … un flebile accenno agli stipendi (Renzi: mai più stipendi superiori a dieci volte il più basso), un altro alla chiusura delle aziende partecipate (pubblico privato) di Bersani. Secondo me, cosette. Spot elettorali. Robetta che luccica ma nulla di veramente sostanziale.
In questo casino, dove Di Pietro vacilla, e Grillo sbraita e si elegge a Vox Populi, temo molto il ritorno dei “morti viventi”.

giovedì 8 novembre 2012

Ragionamenti semplici sull'economia.

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“Se non ci fosse il debito, nel nostro sistema monetario, non ci sarebbe moneta.”
(direttore FED, 1941)

Un giorno, nel paese del sogno americano, nel 1933, la FED decide, dopo la grande depressione del 1929, di agire. Raccoglie tutto l’oro in circolazione di tutti i depositi.
Da questo momento la moneta che prima aveva la scritta “convertibile in oro” (discendenza dell’antico baratto, per cui a ogni moneta corrispondeva una determinata quantità di oro preso come “bene “ di base) diventa “moneta corso legale”.  Cioè non rappresenta da questo momento più l’oro, un capitale che ne giustifica il valore. La moneta da allora è un valore.
Questa decisione viene legalizzata a livello internazionale nel 1971, durante gli accordi di Breton Woods dove si decide che “la moneta non è più convertibile in oro”.
In base a cosa viene stampata la moneta, allora?

In base a un sistema di debito e di prestito. 

Leggete Modern Money Mechanics (abbreviato qui in MMM) (www.rayservers.com/images/ModernMoneyMechanics.pdf) della Federal Reserve. Bibbia e legge del sistema bancario attuale. 
Meccanica della moneta moderna, rappresenta la procedura attuale per la stampa di moneta.

Faccimo un esempio di casa nostra. Il governo Italiano (ad esempio), non potendo stampare direttamente moneta, stampa dei titoli (chiamati “titoli del debito pubblico”, e va alla Banca d’Italia (prima dell’euro ci pensava da sola ora solo e per conto della BCE), che acquista (attraverso un’asta con investitori) questi debiti.
All'acquisto stampa delle BANCONOTE di un valore economico pari ai titoli di debito pubblico acquistati.  Quindi: Vengono create nuove banconote a fronte dell’acquisto da parte di privati (che solo Bankitalia gestisce) dei TITOLI di DEBITO del Governo Italiano. La banca d’Italia “presta” al governo il denaro usando, come garanzia, solo l’affermazione che verrà restituito. Creato dal nulla, non ha un controvalore fisico (oro, gioielli o altro bene di valore) se non i TITOLI di STATO (uguali a delle “cambiali”).
Se i titoli valevano un miliardo, adesso ci sono un miliardo in più di banconote (virtuali) in circolazione (disponibilità del Governo Italiano in questo caso).
Ma il “governo” è il rapprentante, il portavoce. Il debito ricade sullo stato. Lo stato siamo noi.
Il debito si chiama “debito pubblico”.

Al 31 dicembre 2011, il nostro “debito Pubblico”, era di 1.897.179 MILIONI di EURO.

1.879.179.000.000 €

Ma non siamo solo noi messi così. Il sistema è mondiale, quindi nel 2013 il debito pubblico italiano sarà pari a 1.988 miliardi di euro. Quello tedesco sarà di 2.082 miliardi, quello francese di 1.946 miliardi e quello inglese di 1.532 miliardi di sterline, che al cambio attuale significano circa 1.900 miliardi di euro.
Gli USA, trucchi contabili a parte, si attestano a 14.200 miliardi di dollari. Pari a circa 11.138 miliardi di Euro.

(Dati borsa italiana .it  e  dati sito dipartimento del tesoro

Quindi la questione potrei riassumerla in:
primo: E’ il sistema che fa schifo. Chi l’ha pensato e realizzato lo ha fatto per massimizzare il profitto di pochi a scapito di tutti (stati, regioni, comuni, privati, famiglie, enti… chiunque).
E tutti all’inizio ci hanno marciato. Questo sistema permetteva anche agli stati di far lievitare le proprie spese senza ritegno alcuno.
Secondo: l’America l’ha inventato e imposto?  Vero. Ma tutti, TUTTI lo hanno accettato e ora sono con i piedini dentro. E dai numeri visti li prima tutti siamo nella stessa barca.
E’ vero bisognerebbe guardare anche il rapporto Debito/Pil e altri fattori. Ma qui non sto facendo un trattato di economia. La voglio vedere semplice. E i dati riportati sono quelli ufficiali. Questa è la situazione. 

Ma chi è il proprietario di questi debito?
Cioè: chi, domani, potrebbe teoricamente voler la restituzione questi soldi?
Da noi la Banca d’Italia. Si.

Nota: Il 94,6% Banca d’Italia (il 5,4 pubblico restante è in mano a INPS e INAIL) è in mano a PRIVATI.
Non al Governo, alla amministrazione pubblica, ma a Società per Azioni, in mano a privati, proprietari di altre banche, assicurazioni e fondazioni, che fanno giustamente i loro interessi.

La Banca d’Italia agisce conto degli “investitori” che, all’asta, hanno COMPRATO i titoli di debito pubblico (il debito).
Nel nostro mondo globalizzato oggi molti “debiti” sono comprati dalla Cina (da operatori banche, finanziarie, assicurazioni), attualmente molto forte a livello economico.
E ricordate: per un operatore finanziario controllare il debito di una nazione significa controllare “la vita” di quella nazione. Per questo si fanno guerre. E per questo banche di altissimo livello commerciano in armi. (ma è un altro capitolo).

Gli investitori comprano i debiti avendo come “garanzia” solo “la fiducia” che questo verrà restituito. Ho un brivido nella schiena ad accostare la parola fiducia in un mondo come questo permeato di regole da “teatro di avanspettacolo”. Ma in realtà, paradossalmente, se manca, crolla tutto questo castello.

E questi operatori, investitori? Chi cazzo sono?
Sono altri governi, altre banche di altri stati, multinazionali, assicurazioni, fondazioni, operatori economici.

Ma adesso viene il bello. Ritorniamo all’esempio Italiano.
Questo miliardo, concesso, viene depositato dal governo in una banca commerciale.
Questo deposito diventa, con un “Enter” di un PC, parte della “riserva” di quella banca.
E qui il meccanismo si fa perverso: il documento di cui sopra (MMM) dice che solo il 10% di un ammontare è considerato come “riserva OBBLIGATORIA” della banca che riceve questo ammontare.
Il restante 90% (900 milioni nel nostro esempio) diventa riserva “in eccesso”.
Questa banca a questo punto, emette la disponibilità di prestare (attraverso mutui, finanziamenti, crediti)  soldi per una disponibilità di 900 milioni. Ma non facendo affidamento ai 900 incassati, ma creando una disponibilità “virtuale” per altri 900 milioni, che hanno come corrispettivo la promessa (contratti) stabili dai mutui con i clienti. E via così per ogni deposito. Contratti che possono essere scambiati, venduti, assicurati perché sono un debito e, quindi, un valore economico.

In altre parole per ogni deposito creato dal sistema bancario, una somma di denaro 9 volte più grande può e viene (se tutto va bene, in questo sistema) creata dal sistema bancario.
Creata se c’è la fiducia. Creata se le banche concedono prestiti e gira moneta nell’economia vera, reale.
Credo che ci vorrebbe anche qualche regola, come un limite all’accumulo di capitali o una tassa sui movimenti bancari transazioni e pagamenti virtuali, (la Tobin tax dello 0,5%?). Probabilmente, nonostante il sistema (che trovo ingiusto e un po’ criminale), sarebbe forse meno pericoloso e un po’ più equo.

Ma… ooops. Nessuna regola. Nessun limite.

A questo punto si potrebbe parlare dell’inflazione, quella che ha fatto perdere in 8 anni all’euro il 50 % del suo valore d’acquisto. Ma lo faremo un’altra volta.
Oggi parlo di altro.

Questo sistema crea una rete economica globale. Con uno sforzo d’immaginazione si può (con una certa difficoltà) arrivare a capire che un governo locale (anche di una Regione) da una parte del globo si trovi ad avere garanzie di spesa grazie alla disponibilità di una banca sita dall’altra parte del globo.

Questo sistema d’altra parte, applicato a livello globale, in tutti i settori economici può produrre guadagni esorbitanti (attraverso una sorta di “compravendita dei debiti”).
Applicato esclusivamente a questo scopo può essere (e lo è attualmente) un sistema di arricchimento fortissimo per una piccola oligarchia mondiale.  

E così succede in America. La stessa che inventa le regole innesca alla crisi di oggi.

I gruppi bancari a cui mi riferisco sono, oltre alla Lehman Brothers (il cui fallimento dà il via alla catastrofe,  che stiamo vivendo oggi, ma che peggio vivono la Grecia e la Spagna): State Street, Bank of America, Merrill Lynch, Jp Morgan, Bank of America, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo più altre quattro banche non americane con una forte presenza negli USA: le svizzere Ubs e Credit Suisse, l'inglese Barclays e la tedesca Deutsche Bank.

L’inizio della fine. Com’è si è accesa la miccia di questa crisi.  
È accertato che in questo sistema (attuale) la concessione del credito (che permette al cittadino medio di comprarsi una casa o di rifornire il negozio…) ha la capacità di costruire una economia moderna, mentre la mancanza di credito distrugge una economia di uno stato in un attimo.
E lo sarebbe molto di più se non fosse “drogato” da interessi (insolvibili) e costi accessori. Ma, in Italia ad esempio, il sistema bancario ha un “controllo” Statale e amministrativo molto “limitato”. E' svolto dalla Banca d'Italia. Su mandato del governo, che ogni hanno richiede una relazione.
Oggi i governi (e ho scritto “governi” e non “stati”, non a caso) sono nelle mani delle banche e di questo sistema economico. 

Torniamo negli USA. Siamo prima del 2008.
Gli operatori economici di Wall Street (quelli sopra) cominciano a raccogliere i pagamenti per i mutui delle case. E a rivendere (cartolarizzare) parte di quei pacchetti a degli investitori (industriali, multinazionali) che reinvestono e che fanno una valanga di quattrini. (parlo di premi ai manager da milioni di euro).

Così gli investitori a questo punto dissero, “ok. Il sistema rende. Dateci altri pacchetti”.

Gli istituti di credito (banche) che, fino ad ora, avevano concesso prestiti (mutui) con buon credito (con regole, affidabili e controllati) cambiano registro. Vista la richiesta ed il guadagno possibile, cercano di guadagnare MOLTO di più abbassando i criteri di aggiudicazione. 
Se prima serviva un valore creditizio di 620 (analisi di solvibilità del richiedente il mutuo) e una caparra del 20% si arriva a un valore creditizio di 500 e nessuna caparra. 
L’acquirente, la persona comune, che si rivolge a degli esperti pensando che sappiano quello che fanno, pensa, “se la banca vuole prestarmi dei soldi, vuol dire che posso permettermeli”.
Così succede che questa gente insegue il “sogno americano” (che mi pare il sogno di tutti….) e moltissimi accendono mutui e si comprano una casa.

Le banche sanno bene che le garanzie che “poggiano sulle uova” sono rischiose, così per contenere i possibili danni alcune banche stipulano polizze assicurative. Così che, se i mutui fossero falliti, le assicurazioni avrebbero pagato.
Le banche che hanno assicurato le potenziali perdite, hanno eliminato i rischi dai libri contabili.
Così hanno investito ancora e fatto altri soldi.

Molte società si sono assicurate da questi rischi mentre molte altre no. Stupidamente e avidamente, si sono prese tutti i rischi. (questi diventeranno i “Titoli spazzatura o tossici” perchè insolvibili)
Una di queste è l’EIG Ltd mostruosa compagnia di assicurazioni maltese con contratti in tutto il mondo.  Una di quelle “troppo grandi per poter fallire”.
Perché lo hanno fatto? Ovviamente per i soldi. Come dicevo, onorari da centinaia di milioni.

EIG non assicura e cartolarizza (ceduti da una entità ad un’altra per vantaggi economici) solo mutui.
In America 81 milioni di polizze di assicurazioni sulla vita per un valore nominale di 1900 miliardi di dollari in pensioni sono solo un parziale esempio di ciò che è l’EIG.
I leasing per l’acquisto degli aerei di linea delle più grandi compagnie aeree sono dell’EIG. Cantieri (case, strade, porti, zone industriali) sono coperte da EIG. In tutto il mondo.

L’EIG si basa su stime interne pensando che il mercato immobiliare sarebbe cresciuto.
E invece è sceso!

I prezzi delle case sono scesi.
Il poveraccio che aveva comprato la casa dei suoi sogni ha visto il tasso del suo mutuo esplodere, l’importo delle rate crescere. Il default.
I mutui cartolarizzati affondano e l’EIG liquida le SWAP (prodotti "derivati" di compravendita del debito).
Tutte. In tutto il mondo. Nello stesso momento.
Ma anche così EIG non riesce a questo punto a pagare i propri debiti (ossia non ha la moneta liquida, i capitali in cassa per pagare gli investitori che rivogliono i soldi). E va in rosso.  
Ogni banca assicurata con lei, lo stesso giorno conta le stesse ingenti perdite.
E tac, anche le banche vanno in rosso (ossia non hanno più liquidità per restituire i soldi agli investitori che li rivogliono indietro).

A questo punto la prima banca a cadere sotto i colpi di questa frana è la Lehman Brother (2008).

E non pensate che stia parlando di fantascienza.
Il Comune di Padova attraverso l’APS perde 200 milioni di EURO in titoli di debito acquistati attraverso il consorzio “Patti Chiari” (composto da Cassa di risparmio del Veneto e Intesa San Paolo) da questo crak. E la causa intentata dagli investitori per recuperare almeno parte di questi soldi è ancora in corso.
(http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?id=12809#.UJvLT78Vd_k)
Parlo di Comune di Padova. APS, una municipalizzata locale.
Non parlo di una Regione (Lombardia, Campania….) o di una provincia.
Immaginate come il crak di una banca finanziaria possa coinvolgere il mondo?

Allora il Governo Americano cosa fa?
Per salvare il proprio sistema economico inietta denaro liquido alle banche cioè compra titoli (azioni) delle banche di cui sopra, diventa socio temporaneo, senza nazionalizzarle, senza diritto di voto di questi istituti, portando un gruzzoletto per ogni banca e spendendo in tutto 125 miliardi di dollari.
L’intento è quello di restituire liquidità alle banche,  affinché loro lo prestino (aprano il credito) e scongelare l’economia reale che in questo modo potrebbe ricominciare a ripartire.
Ma le banche, che hanno causato questo danno, non solo non accettano alcuna restrizione o controllo sull’utilizzo, ricevono i soldi e in barba alla fiducia, chiudono i cordoni della borsa.  
In un’ottica privatistica le banche pensano solo a salvarsi il culo. E la fiducia (inevitabilmente, senza fatti positivi) crolla. Gli investitori svendono, la borsa crolla.

EIG il 19 settembre 2011 è in liquidazione coatta amministrativa (fallimento commerciale).
Così crolla tutto. Tutto il sistema finanziario.
Perché non c’è nessuna regola?
Perché non è stata messa? Perché in questo sistema tutti gli attori stavano facendo una valanga di soldi. E nessuno le voleva. Etica zero. Solo pancia.
 
La gente comune si trova con governi pieni di debiti, che sono in mano a privati, che possono in ogni momento richiederne la solvibilità.
L’immissione di denaro pubblico (il Governo Berlusconi ha fatto la stessa manovra americana) automaticamente abbassa il valore della moneta circolante e si alza l’inflazione.
La fiducia viene ancora meno.
Meno soldi che girano con meno valore, niente credito. Comincia la picchiata. Amministrazioni e aziende che fino a ieri si sono indebitate, trascinano (non pagando i debiti verso fornitori) in una spirale in caduta chi, anche se abbastanza sano, non si vede pagato il proprio lavoro.

Ed eccoci ad oggi.
In piena crisi. Consumi in coma quasi irreversibile. Recessione economica. 
E tassazione. Per riavere capitali. 
Per rientrare nei parametri richiesti dal governo europeo siamo soffocati da una tassazione insostenibile. Spero che il significato di INSOSTENIBILE sia chiaro.
Non è possibile, per un medio imprenditore, reggere senza qualche “aggiustamento”.
Se non proprio di evasione fiscale, magari sottopagando lavoratori.
Come si può reggere pagando il 55 % delle proprie entrate di tasse? (dato del Corriere della sera, 12 luglio 2012) Sempre che non si faccia parte della piccola famiglia dei privilegiati che reggono le fila dei giochi di cui sopra.
Non una sola azione per eticizzare questo sistema.
Non una sola azione per cambiarlo e provare a migliorarlo.
Solo pezze su una camera d’aria ormai lisa e incapace di sostenere la bicicletta di una economia che rischia il tracollo.
Ieri Obama è stato rieletto. I mercati hanno risposto con – 2,6% (DJ).
Lui ha contro - ribattuto che l’obiettivo è salvare l’America (avevate dubbi?)
L’Europa dovrà arrangiarsi.
Oggi Draghi dice che la crescita dell’Europa è lenta. (AdnAkronos)
Qualcuno sostiene che la ripresa sarà nel 2013 (il premier Monti ne è convinto. su il sole24ore).
L’Unione Europea sostiene invece che non ci sarà ripresa fino al 2014. (oggi, La Repubblica).
E nessuno, NESSUNO che sostiene che forse, dico forse, bisognerebbe mettere mano al sistema, invece che mungere i cittadini.
Ma io non sono nessuno. E subisco, incazzato, la crisi come molti altri.

martedì 23 ottobre 2012

solo con tutti

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“… e io ci vado da solo.”

Dove? Dove solo i pazzi potrebbero andare.
Dove nessuno è mai stato prima.
Con follia lucida, non incoscienza.

Perché c’è chi la “pista” la segue.
E c’è chi la pista la crea.

C’è chi vive l’attimo.
E non permette alla mente di impedirgli di respirare, secondo per secondo la vita.
C’è chi riesce a essere insieme al mondo. Ora. E vivere il fantastico anche nelle tragedie.

Già. Non è da tutti. Sentire e vivere adesso.
Siamo troppo presi a pensare cosa succederà dopo.
Troppo presi a farci giudici. Pronti a dare colpe, per giustificare torti subiti. Da altri.
Troppo protesi a guardare fuori, senza mai misurarsi dentro.

Ma…
Se non si ascolta troppo la mente, nel suo involvere a spirale di pensieri.
Se si riesce a non pensare solo a quello che “devo” fare dopo.
Ma dare testa, cuore, corpo e anima anche quello che faccio ora.
E quindi a vivere il momento, forse, e dico “forse”, si riesce a percorrere vie nuove
Vie di consapevolezza.
A scoprire capacità celate da quella parte di se stessi che ci “porta via”, che produce ansie e malessere. Che ci fa vivere una vita solo di bisogni, senza desideri e sogni.

Come il basket (e, penso ora, anche altri sport) dove se il giocatore segue la sua mente ed i suoi pensieri (non segno da cinque minuti, quando mi cambia, dopo faccio questo…) non vive quel meraviglioso scorrere e dipanarsi di realtà
Secondo dopo secondo
Situazioni dopo situazione
Tutte diverse
Da vivere adesso con quello che so. Con quello che sono. Con quello che posso… riconoscendole e affrontandole nel momento in cui si mostrano.

E poi mi dicono che il gioco e le passioni, non sono educative e non sono cultura.

Come le vie. Le piste. Il trekking, le arrampicate.
Se stessi. La misura di se.
La propria forza, fisica e interiore.
I propri passi. La fatica.
La meraviglia del fantastico nel cogliere l’attimo e il contesto.
È non solo rimanere se stessi, ma far crescere il proprio se.
Dargli forza, presenza, umiltà, determinazione, passione. Vita.

Per me sei stato un maestro unico.
Grazie Walter.

giovedì 9 agosto 2012

Vaticano, Chiesa e orpelli vari. Capitolo 1.


Opus Dei

Cos’è l’OD? È una associazione, fondata da un prelato, che promuove in maniera abbastanza estremista il “volere di Dio” inteso come Dio dei Cristiani.

Oltre ai Prelati che ne fanno parte e che dirigono, i suoi soci si dividono in “numerari” e “Sopra numerari”. I primi sono una sorta evangelisti. Il loro compito è, infatti, “convertire” giovani ad essere nuovi numerari. Completamente coptati da piccoli e indrottinati all’inverosimile (scuole incluse) diventano, da grandi, formatori e istruttori per formare altri “numerari” fra i giovani.

I sopranumerari invece hanno funzioni di favore, di appoggio e di culto del credo dell’OD.
Dai sei anni i figli dei Soprannumerari vanno a scuole Opus Dei e ricevono una EDUCAZIONE SPIRITUALE. Vengono insegnati i comandamenti come leggi divine ineludibili, ma non esattamente quelli che tutti conosciamo, ma quelli MOLTO più restrittivi di una cultura religiosa di stampo medioevale.
E indrottinati sino al punto che a una bambina (di sette anni) alla quale viene chiesto “Perché preghi?” risponde convinta e serena “ Perché non passi la legge sul Divorzio”.  (filmato 2002).

Le donne possono essere Numerarie, Sovranumerarie o Ausiliarie: quest’ultime sono praticamente suore laiche, che si avvicinano all’OD con lo scopo di vivere una vita di servizio come la Vergine Maria. Tradotto, fanno da mangiare, puliscono e riordinano le camere. Non escono mai dalle strutture di accoglienza dove sono destinate e versano l’intero stipendio all’OD.

A 18 anni, il giovane adepto, viene prescelto dal Signore (come, non si sa), viene chiamato ad essere “numerario”.
Josemarìa Escrivá (fondatore dell’Opus Dei) diceva: nell’apostolato, vai a sottometterti, ad annullarti, non a imporre il tuo criterio personale.
“Essere uomo di Dio e sembrare uomo di mondo”.   
Praticamente una via di mezzo fra un “agente segreto” e una “spia”.
Abbandona tutto ciò che ha. Ma non come S. Francesco che da ai poveri, va tutto all'OD. 
Va a vivere in una casa comune.
Pratica il “cilicio” due ore al giorno, per mortificare il proprio corpo. (e sto parlando di adesso, e non del MEDIO EVO).
Se non sapete cos’è il cilicio….



E’ un grazioso aggeggino elastico, fatto di metallo, che possiede svariate punte interne (tipo filo spinato). Questo viene agganciato sulla coscia in evidente tensione, così da martoriare la carne sottostante.(... oggi, non nel MEDIOEVO c'è gente che lo fa due orette al giorno...)

L’Opus Dei controlla tutto dei suoi Numerari. Quello che leggono, quello che vedono, quello che acquistano, le frequentazioni, la corrispondenza, le comunicazioni e cosa fai durante la giornata (probabilmente anche cosa produci in bagno…). Un po’ come l'associazione dei CP.
Viene loro insegnato (e poi loro divulgano ) che noi tutti dobbiamo rispettare il comandamento che impone di ubbidire alle autorità. (Non ricordate quale sia? È il quarto: Rispetta il padre e la madre. Qui considerato, in maniera ampia, come “rispetta la famiglia” intesa nella accezione di "gruppo tutelante" ed esteso, quindi, anche alle comunità e quindi anche all’ OD, ma anche come “rispetta l’autorità”. Perchè la Famiglia (e l'autorità) è espressione divina) E questo perché i poteri terreni vengono conferiti da Dio.
Non a caso l’Opus Dei appoggiava apertamente Pinochet.

"Le leggi vanno rispettate, sempre che siano giuste. Sono giuste se conformi alla dottrina cristiana."

Ma l’Opus Dei è molto di più. Questo è l’esercito. 
Che conta ministri (o ex), Presidenti, parlamentari di diversi stati, banchieri, industriali, dittatori…).
Opus Dei controlla Governi. 
Controllava lo IOR fino al 2011. DI fatto lo controlla anche ora.
L’Istituto delle Opere Religiose nasce come custodia e amministrazione dei capitali destinati a opere di religione, ma è pur vero che da subito, anzi precisamente dal 1944, in piena guerra, viene fondata la POA (Pontificia Opera di Assistenza) attraverso la quale lo Ior si adopera nel riciclaggio di denaro sporco, soprattutto trasferimenti nazisti provenienti dalla Reichbank e da altre banche svizzere controllate sempre dai nazisti.
Nel 1960 approda nel consiglio di amministrazione dello Ior il mafioso Michele Sindona, consulente dell’arciv. Montini di Milano e il 15 agosto 1967 Paolo VI istituisce l’APSA (Amministrazione Patrimonio della Sede Apostolica), la banca centrale del Vaticano, impegnata nell’amministrazione dei beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all’adempimento delle funzioni della Curia Romana. Lo Ior mantiene le funzioni di banca privata come custodia della valuta e nel marzo del 1968 il Papa, non contento, crea anche la Prefettura degli Affari Economici del Vaticano. Il caso Banco Ambrosiano-Calvi è salotto di dibattito tra testate giornalistiche, televisive e sala stampa vaticana, “Vatileaks” e le manovre dell’arciv. Paul Casimir Marcinkus sono note come lo è la sua immunità diplomatica assicurata da Wojtyła, in debito con lui per avergli garantito copertura su truffe e scandali di alcuni preti polacchi di Filadelfia. A fronte di queste vicende giudiziarie rimane la questione del riciclaggio di denaro sporco tra il 1989 e il 1993: un trasferimento di 275 milioni di euro in contanti e di 200 miliardi di lire in titoli di Stato. Tutto finanziato e supportato dalla mafia e da Forza Italia. (atti giudiziari che coinvolgono Marcello dell’Utri. Che, guarda caso, è sovra numerario dell’Opus Dei.)
E questo per capire di cosa stiamo iniziando a parlare…. Un po di memoria storica.

Ma c’è di più. Questa organizzazione (che mi ricorda la SP.E.C.T.R.E. prodotta dalIa mente di Ian Fleming) ha radicato nel suo sistema un flusso di entrate costanti:  ogni componente dell’OD, (Prelati nulla, Numerari e Ausiliarie tutto, cioè stipendio, proprietà di famiglia e testamento, sovra numerari donazione Mensile) versa l’obolo mensilmente. Pensando (in base a stime recenti) che siano in 80.000 in tutto il mondo e facendo una media fra i 500 € e i 2000 € di donazione ad personam /mensile, sono circa 100 MILIONI di EURO al mese, che sfuggono a qualsiasi fiscalità.
Sono due le istanze parlamentari italiane (1986 e 2007) presentate per conoscere movimenti economici e componenti dell’Opus Dei. Ma sono state del tutto disattese e fatte cadere nell’oblio.
Con questa crisi potrebbe farmi un po' bestemmiare....

Per cocludere questo primo post sul tema a voi alcuni nomi di affiliati all’OPUS DEI:

Giulio Andreotti
Francesco Cossiga
Alberto Michelini
Marcello dell’Utri
Bruno Padula
Paolo Blasi
Carlo salvatori .
Ettore Barnabei
Susanna Tamaro
Carlo Rossella
Laura Biagiotti
Giovanni Trapattoni
Joaquín Navarro Valls
Pierpaolo Donati

lunedì 23 luglio 2012

Piove, si... no. Ma ci sono le nuvole... si... no.
L'aria è cambiata. Meno calda. Ma è un'impressione. Tornerà il caldo.
Le cose che non si muovono. Che restano ferme. E' come remare in un fiume di melassa. Fatichi come un somaro e resti li. Allora perchè remare? Per sentirmi vivo! Cazzo.
La gente che non c'è. O se c'è non risponde. O se risponde lo fa in maniera ambigua, non chiara. Si o no.
Senti Crozza che ti racconta che Dini ha 40.000 Euro di pensione mensile. E quando la Gruber gli chiede LEI SI ridurrebbe la PENSIONE? Risponde, piccato, "non capisco il senso della domanda".... !?!?!?!?!?.... Brutto ladro... PRENDERNE META'!!!!! Che cazzo c'è da capire???
Leggi che non faranno più il ponte di Messina.
Hanno già speso 270 milioni di euro. E il fatto di non farlo (impegni e contratti già firmati) porterà esborsi per lo stato di altri 400 milioni di euro.
Cazzo, solo in Italia si riescono a spedere 670 milioni di euro per non fare una minchia!!!
E poi, il basket, la macchina, i conti che non tornano. E invece chi torna rompe le palle.
Insomma ho la pelle sensbilizzata, i peli alti e ringhio. E mi girano a mille.
Se vi avvicinate con educazione e buone intenzioni, tenete la distanza. Non vorrei mordervi.
Se lo fate per rompere... Lasciate stare. 

domenica 8 luglio 2012

Amare una donna per tutta la vita?

Non avrei saputo dirlo meglio. Grazie Jacopo....
Oppure cambiare modello ogni 5 anni?
Il mito del maschio patriarcale è quello del latin lover. Cambiare donna ogni notte. Ma è una sciocchezza perché la prima volta che fai l’amore con una donna non c’è conoscenza, intimità, complicità e non puoi certo raggiungere il massimo dell’orgasmo.
Se cambi donna ogni notte insegui il piacere mentale della conquista, hai vinto, hai fatto un altro punto, un’altra tacca sulla tua pistola.
Ma se vuoi veramente l’estasi dei sensi ti conviene cercare qualche cosa di diverso dalle avventure.
Non esiste nella nostra cultura la celebrazione dell’estasi della millesima notte d’amore. Quando conosci tutto di lei e lei di te.
Inoltre non esiste la coscienza del fatto che l’amore cresce.
La nostra cultura è incentrata sull’apparenza e l’edonismo, il valore di mercato di un bel corpo.
Ma i corpi invecchiano e quindi i maschi benestanti si dedicano a cambiar moglie appena alla consorte diminuisce la tensione epidermica e spuntano le rughe.
Nell'articolo precedente di questa serie di scritti esistenziali, ho cercato di evidenziare che la nostra cultura non mette l’amore al primo posto, perché ha paura della potenza “mistica” della cotta romantica capace di far impazzire i sudditi dell’Impero.
Ora vorrei invece parlare di come la negazione della crescita dell’amore sia un danno epocale.
Quando spuntano le rughe sul viso dell’amata, o quando ci si trova di fronte a qualche contrasto, la tendenza dominante è quella di rompere il rapporto.
Diversamente si comporta una persona che è convinta che un amore cresca e che sia capace di dare i suoi frutti migliori solo dopo molto tempo.
E non solo per quanto riguarda il piacere orgasmico.
Dopo 17 anni di amore con Eleonora, non solo mi rendo conto che la amo e la desidero ma mi accorgo anche del fatto che cresce qualche cosa di assolutamente pazzesco tra noi due.
Mentre sto scrivendo mi rendo conto che nella nostra cultura basata su soldi e potere non esiste neppure un nome preciso per questo sentimento.
Manca la parola.
Provo a spiegarmi. Io ho incontrato questa donna meravigliosa e bellissima e me ne sono perdutamente innamorato.
E in tutti questi anni abbiamo vissuto una serie di eventi a volte bellissimi, a volte veramente tragici. Tutte queste esperienze hanno creato tra noi due qualche cosa di fortissimo. Più forte addirittura dell’amore romantico. Perché sai che lei, al di là degli scontri, al di là dei disaccordi, è totalmente con te, dalla tua parte. E tu uguale.
So che qualcuno starà pensando che sono discorsi al miele, e magari farà anche un sorrisino ironico… Ma per me è così. Dire che io darei la vita per lei non è retorica, è un fatto certo come il sorgere del sole. E so che per lei è uguale. Lei è dalla mia parte, sempre e comunque. Magari in certi momenti di rabbia mi può anche insultare ma lo fa restando dalla mia parte. Sono cose che nei primi anni non possono succedere perché solo la fucina della vita può fondere e ricostruire la parte della tua anima che si unisce con lei.
Posso indicare questo stato con le parole solidarietà, complicità, intesa, affiatamento, identitarismo (qualche cosa che ti dà reciproca identità), ma tutte queste parole non c’entrano quel che sto descrivendo.
E non esiste neppure una parola che definisca il contrario: l’idea che un uomo che resta per tutta la vita sia un po’ pirla e che si debba cambiare donna come si cambia auto per averne sempre una nuova fiammante.
Se sperimenti questo miracolo dell’amore poi ti rendi conto anche di un altro prodigio complementare. La donna che ami resta bellissima in eterno.
Quando faccio l’amore con Eleonora lei ha sempre 26 anni ed è stesa sopra un letto color avorio, in una camera di un alberghetto di Sciacca, con al di là della finestra solo il mare, e il suo corpo è fuoco liquido. E io non potrei amarla di più. Perché lei è la mia vita.
(Jacopo Fò)

mercoledì 20 giugno 2012

Hic sunt Leones...


Il suono della sirena scandisce la fine dei primi due quarti, e con esso l’inizio dell’intervallo lungo.
Non guardo nessuno e parto dritto verso lo spogliatoio. Deciso. Senza dire nulla. So che i ragazzi mi seguiranno.
Entro. Cerco un posto più o meno centrale.  Mi siedo e aspetto.  In silenzio.
Entrano anche i miei giocatori. Prima alla chetichella, poi sempre più velocemente, magari anche interrompendo discussioni fra di loro.
Cose a cui non faccio il minimo caso. Ora.

Abbiamo giocato due quarti ributtanti. Con tutto il rispetto per gli anziani, se giochiamo così dovremmo andare a giocare il campionato ANFASS. Tipico, penso, quando incontriamo una squadra di gente triste, ci adeguiamo, invece di giocare. Forse sono le motivazioni che mancano. Vorrei incazzarmi. Ma non lo farò.

Faccio passare altri 10 secondi. Voglio almeno 5/6 secondi di silenzio assoluto.
C’è l’ho. Ora ascoltano.

"Pena. Facciamo pena. E al diavolo la teoria che con gli sfigati giochiamo male. Siamo giocatori di Basket, non puttane che non pagate, non ci mettono enfasi nella prestazione.
La questione penso sia un’altra.
Io vi alleno perché penso che, anche se qualche volta sembrate un po’ arrugginiti e acciaccati, siete dei grandi giocatori. In grado di far vedere un bel Basket. Di costruirlo, come un disegno fatto insieme. Di metterlo li, su quel parquet.

Ma, sapete?
Se ci credo solo io, conta poco o nulla. Se date ascolto alla parte indolente di voi, sarete indolenti.
In ritardo sulle difese, anche se mi attacca un “morto”.
In ritardo sui passaggi, con tiri buttati quasi a caso.
E in quest’altro disegno, continuate a dipingervi sempre più incapaci.

Perché capitemi, li dietro quella porta, oggi, in campo ci siete solo voi. Se giocate, li spacchiamo. Se non lo fate, perdiamo in maniera ignobile.
Ma non chiedete a me le Vostre motivazioni. Io ho le mie. E spero, anzi, so… Voi le vostre.
Se non fate leva su quelle. Se non decidete che tutte le partite vanno giocate al 100% se non metterete cuore e concentrazione in ogni tiro in ogni passaggio, in ogni sguardo ai compagni, stiamo perdendo tempo. Molliamo tutto e andiamo a mangiarci una pizza.


Se, invece…
sentite dentro… 
che siamo (ancora) una squadra,
sentite che ha senso stare qui e lottare su ogni pallone anche se di fronte non abbiamo un colosso, ma solo un avversario mediocre,
se riuscite a essere forti e umili, senza far finta di esserlo,
allora torniamo dentro e giochiamo insieme a Basket. Insieme.

Se diciamo Hic Sunt Leones… non miagoliamo come gattini bagnati."

Ci alziamo. Uniamo i pugni al cielo. Hic… sunt… LEONES!!!!!

La vera emozione di essere un allenatore?
Per me sta nella capacità di capire e leggere le situazioni, e, di conseguenza, di aver qualcosa (poco e preciso) da dire. Ma, alla fine e soprattutto, di riuscire a farmi ascoltare e capire.
E ogni tanto ci si riesce. Alla fine +28.

domenica 17 giugno 2012

the Soul of Basket


Arrotolo con cura il salva pelle, un giro solo perché costa un sacco.
Ho giù preparato le strisce di nastro, e sono pronto a procedere nel rito della fasciatura delle mie povere caviglie. Poche volte mi sono chiesto come si comporteranno domani, quando smetterò. 
Oggi devono tenere.  Quindi… sotto con la fasciatura.
I miei compagni stanno arrivando ora, ma io sono praticamente già pronto.

Per me è un rito. C’è una sorta di sacralità, per me, nell’entrare in campo. 
A luci ancora spente, senza spettatori, prima che la bolgia e l’adrenalina alterino le tue percezioni.
Ho bisogno di sentire l’attrito della mia mano sul pallone, lo stridio delle mie scarpe sul parquet, il rumore unico (e portatore di assuefazione e dipendenza) della retina che accoglie il pallone, rallentandolo un poco prima della caduta.
Muovo i primi passi, corro piano, la tensione pre partita se ne va, provo solo divertimento. E determinazione.

Un giocatore mitico e per sempre mio idolo, prima della partita, con il suo sorriso unico, diceva “showtime !!!” , anche se per lui (come per me) era importante mettere tutto nella “sfida” e poi…  se si poteva, se ci si riusciva…  vincere. Battendo prima se stessi e i propri limiti e poi gli altri, attraverso i loro limiti.  Voglio giocare così, con questo spirito.

Siamo tutti ormai, Jack, Gazzingher, Gigi, Leo, Tony, e gli altri.
Ci riscaldiamo in silenzio, lanciandoci sguardi di intesa, che parlano più di mille parole.

Agli ordini del “comandante” di questa ciurma, il ritmo si fa inteso, i movimenti sempre più forti e veloci, alziamo la precisione e con essa la determinazione.
Di la della linea di metà campo una brutta “gatta da pelare”: sono 10, ma tutti molto tosti e ruvidi in difesa. E poi ne hanno un paio a cui sarebbe meglio tagliare le mani, … che tiratori, ragazzi.
Ma queste sono le partite che io e i miei compagni vogliamo giocare.
Dentro o fuori. Loro o noi. Nessuna replica, ultimo spettacolo, ultima chance.

Palla due…. Si inzia. È nostra. Buon “segno”. Quando la scaramanzia è scienza. Sorrido e corro.

La partita vive i suoi momenti e come un mare è fatta a onde. Ora ti favorisce, ora ti sembra di essere in salita. I tecnici la chiamano “inerzia”. Tu che giochi da tempo la conosci bene. E sai che quando si fa fatica conta solo il semplice e l’essenziale. In attesa che la partita torni da te.
E se non lo fa, la vai a prendere. Invitandola.

Mi hanno messo un troglodita mastino a difendermi.
Questo buzzurro è duro come un sasso e picchia duro. 
Mi sta lontano. Sa che se me ne da l’occasione lo lascio li. A guardarmi mentre entro.
Siccome mi da spazio, lavoro per i compagni e, poco all’inizio, ma in un crescendo mi prendo i miei tiri. 
Non sono un fromboliere… ma i primi tre li ho messi. 
Infatti ora sento l’odore del suo sudore. Si è avvicinato, il mio mastino.
Aspetto che sia il mio turno. Il mio momento. Ce ne sono tanti in un match. 
Devi solo imparare a riconoscerli e ad affrontarli, con presenza, attenzione e responsabilità. Ma soprattutto, giocando.

Il coach chiama Timeout. Ne vuole parlare. Dice poche cose. Chiare. Semplici. Lo ammiro. E mi fido. “Ehi, ho bisogno che cominci ad entrare. Devono stare attenti a te. Ci sei?”
Gli sorrido,  e alzando il pollice del pugno sinistro chiuso, lo rassicuro. Girandogli le spalle, mi sistemo la maglia e torno nella bolgia.

Un secondo prima di cominciare, facciamo gruppo in campo. Un attimo. Ancora intesa e sguardi di approvazione e fiducia. Ora li spacchiamo.

Taglio. Da destra a sinistra… il mio difensore è un po’ stanco e reagisce un attimo dopo. Gambe alte. Tony vede. Ricevo. Finto subito un tiro per valutare la reazione.  Reagisce il mastino.
“sei ancora qui, eh?” penso.
E’ un attimo. Si distrae, a causa di jack che finta un blocco sul suo lato sinistro. Gira la testa e per resistere al contatto porta il suo peso sulla sua gamba destra. Ora sei mio!!
Mi abbasso come un felino che attacca e incrocio profondo a sinistra, lo passo… ma manca ancora per arrivare. Allora mentre palleggio cambio passo e affondo di nuovo il passo destro (l’ho visto fare a un giocatore russo, così arrivo diritto e in equilibrio sotto canestro) di nuovo palleggio e primo passo del terzo tempo ancora di sinistro, ma stringendo ancora la curva. Destro e vado su. Mentre salgo lo vedo arrivare per fermarmi.
In volo cambio mano e tiro la palla con la destra invece che con la sinistra, dove punta il mio avversario, passando dietro alle sue mani protese. La palla non tocca nulla se non la retina: mio premio è il rumore del “ciof”.

Atterro e recupero in difesa. Jack che corre all’indietro mi da un “highfive”.
“Bel numero… ma io l’avrei appoggiata al tabellone, magari era più sicuro, no?”
Ed io “E dove pensi abbia mirato?” Ridiamo. Pronti alla prossima azione.

Alle volte sognavo che le partite finissero solo quando tutti i giocatori erano esausti.  E non allo scadere del tempo. Quei momenti di intesa, di fatica, di scelte condivise e uguali, fatte insieme nello stesso momento, sono unici. 
Ti fanno sentire parte di qualcosa. 
Ti fanno sentire compreso, capito. 
Cose uniche, che poi ricerchi, anche in altri ambiti, nella partita che si chiama vita.