Invece
di parlare di argomenti negativi e di problemi provo oggi a parlare di
“opportunità”.
Quelle
opportunità (magari insite in un sistema discutibile e migliorabile) comunque
“concrete e reali” per chi vuole “fare” e non solo “parlare”.
Nonostante
sia un ambito in cui l’Italia non “brilla”, ne parlo in maniera positiva e
propositiva.
Per
cogliere nuove opportunità e per informare su “possibilità”.
Parlo
di alcune nuove opportunità di finanziamento per progetti fornite dall'Unione
Europea nell'ambito della nuova programmazione UE 2014 - 2020. Solo fondi
DIRETTI in queste righe.
La
situazione consuntiva (a fine hanno termina il periodo di programmazione 2007 –
2013) dell’Italia sull’utilizzo dei fondi UE, vuoi per incompetenza (piuttosto
che pagare un povero cristo “competente” ossia che passa le giornate a studiare
direttive, leggi, meccanismi, limiti, procedure e tecniche ci si improvvisa con
senza esperienza ne programmazione con risultati, a volte, drammatici), vuoi
per limiti “governativi” totalmente miopi verso le opportunità offerte da
questi fondi (penso al patto di stabilità) fa si che l’ITALIA sia al PENULTIMO
posto (in termini generali su tutte disponibilità Europee di fondi diretti e
indiretti) fra i 27 stati europei. Un colpo di coda con il Governo Monti non ci
ha dato la possibilità di “brillare” e di risalire significativamente la china.
Se si pensa che l’Italia contribuisce per ogni periodo di programmazione con
svariati miliardi di Euro e ci sono alcuni stati che accedono a questi fondi con
percentuali superiori al 100% (spagna 140% ad esempio) si arriva,
probabilmente, ad intuire la demenzialità della cosa.
I
dati di questo articolo vengono riportati da documenti ufficiali e da relazioni
di congressi consuntivi a cui ho partecipato personalmente, nonché da articoli
di giornale (Il sole 24 ore, Repubblica, Il fatto quitidiano) e siti web
specializzati nel settore.
Queste
poche righe appena scritte saranno le uniche di questo post “negative”.
Il
resto sono solo “opportunità”. Un po’ di Sole… anche se in lontananza.
Oggi,
dunque, parlo dei Fondi UE “Diretti”.
Ossia
di quella “disponibilità” economica di fondi (non “prestiti o mutui” ma soldi
in conto capitale da spendere secondo progetti e non da restituire) che l’Unione Europea mette a disposizione
secondo gli obiettivi e le politiche definite in sede di parlamento europeo e
distribuite in diverse tematiche e linee di finanziamento.
Si
definiscono “diretti” perché i partecipanti ammessi (privati, enti,
amministrazioni pubbliche, associazioni, società, coop, no profit ecc. …)
rispondono a specifiche “call for proposals” (pubblicate secondo diverse
tematiche) e fanno riferimento DIRETTAMENTE agli organismi UE che gestiscono i
fondi. Niente intermediari governativi come invece succede nei fondi indiretti
(FSE, FESR, FdC) che fanno riferimento ai governi locali (Ministeri e governi
Regionali).
Siamo
in Agosto, quindi pubblico questo elenco per fare informazione “per tempo”.
I
primi fondi di questo periodo di programmazione saranno a disposizione dalla
fine di quest’anno (2013) sino al 2020.
Parecchie
novità contraddistinguono la rosa dei finanziamenti Diretti Ue per il periodo
di programmazione 2014-2020.
I
finanziamenti "Diretti" non sono da considerarsi
"residuali", ossia “avanzi dei Fondi strutturali” (definiti
“Indiretti”), ma vere potenzialità
create a sostegno delle varie politiche comunitarie.
La
loro natura permette, attraverso la costituzione di partnenariati tra enti,
imprese e associazioni, sia pubblici che privati in Stati membri diversi, di attuare progetti di elevato interesse
innovativo, incentivando la collaborazione tra i 27 paesi dell'Unione
europea.
Il
filo conduttore della nuova programmazione è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Obiettivo
della Commissione per il prossimo bilancio UE è quella di spendere in modo
diverso, con una maggiore enfasi sui risultati
e sull'efficacia, concentrandosi sulla realizzazione del programma
Europa 2020 .
Le
risorse verranno ridistribuite, fra gli altri, anche in settori (ritenuti
prioritari) quali la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e la cultura e i
rapporti con l'area mediterranea.
Ma
anche alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell'ambiente,
il settore sociale e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte
integrante di tutti i principali strumenti e interventi. Su queste tematiche
trasversali mi concentrerò nelle righe a seguire.
Non
faccio riferimento in questo documento ai programmi strutturali e al programma
“Horizon 2014 – 2020” che, proseguendo sulla scia del Settimo Programma Quadro
2007 – 2013 sulla ricerca e sull’innovazione, è uno degli strumenti più potenti
e di punta dell’UE, fortemente finanziato, mirato principalmente ai settore
della Ricerca (Università e simili) e alle amministrazioni pubbliche in
partenariato con le aziende private (anche PMI).
Non
tratto qui nemmeno i programmi per l’imprenditoria previsti per la nuova
programmazione quali ad esempio il COSME 2014 – 2020 pacchetto per
ricerca, innovazione e competitività specifico per PMI;
Ambiente e protezione civile.
Oltre
all'integrazione della tematica ambientale nelle sue politiche e nei suoi
programmi, la Commissione propone di proseguire l'attuazione del Programma
LIFE+, allineandolo maggiormente agli obiettivi di Europa 2020. Come previsto
dall'attuale periodo di programmazione, il nuovo strumento coprirà, all'interno
di un solo programma, un'intera serie di azioni nei settori dell'ambiente e
dell'azione per il clima. Nell'ambito del sottoprogramma relativo all'ambiente,
lo strumento si concentrerà su due tipi di progetto: nuovi progetti "integrati", il cui numero e
la cui dotazione finanziaria aumenteranno gradualmente durante la durata del
programma, e progetti "tradizionali".
La
Commissione ritiene che i progetti integrati possano svolgere il ruolo
essenziale di catalizzatori verso il conseguimento di obiettivi quali la
protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, la gestione
efficace della rete Natura 2000, la promozione della governance ambientale, la
gestione dei rifiuti e delle risorse idriche nonché l'effettiva mobilitazione
di altri fondi a tal fine. L'obiettivo dei progetti integrati LIFE è dimostrare
l'attuazione sostenibile di piani d'azione ambientali relativi alle principali
direttive UE in campo ambientale, come la direttiva habitat e la direttiva
quadro in materia di acque.
I progetti integrati sosterranno una serie di attività e
misure specifiche. I finanziamenti complementari di cui tali progetti avranno
bisogno proverranno da altri programmi di finanziamento UE, da fondi pubblici
nazionali e regionali e da fondi del settore privato e saranno gestiti
congiuntamente, assicurandosi che siano utilizzati per conseguire gli obiettivi
di tutela ambientale. I finanziamenti LIFE dovrebbero pertanto agire come
catalizzatori, garantendo la coerenza con la strategia ambientale e sfruttando
al massimo le sinergie.
Nel
quadro strategico comune, verrà inoltre garantita una cooperazione più
strutturata con gli altri fondi UE. I progetti continueranno a essere scelti in
funzione del loro valore aggiunto UE e il loro potenziale di trasferimento di
conoscenze e competenze.
La
Commissione propone di rinnovare lo Strumento finanziario per la Protezione Civile così da fornire un
sostegno finanziario ad attività pertinenti ai diversi aspetti del ciclo di
gestione delle catastrofi, ossia una risposta più coerente e meglio integrata
nelle emergenze, una migliore preparazione a far fronte alle catastrofi e
azioni innovative per la riduzione del rischio di catastrofi. Si ricorrerà allo
strumento finanziario per la protezione civile anche per la creazione della
capacità europea di reazione alle emergenze, che avrà come base una
condivisione volontaria dei mezzi di protezione civile degli Stati membri, così
da determinare un rapporto costi-efficacia più favorevole grazie alla
disponibilità coordinata dei mezzi di protezione civile. Lo strumento
finanziario riveduto rafforzerà ulteriormente e potenzierà la capacità di
gestione delle catastrofi dell'UE mediante il passaggio a sistemi prevedibili e
pianificati in anticipo. Ciò avverrà attraverso una raccolta più completa di
informazioni in tempo reale sulle catastrofi, una migliore localizzazione dei
mezzi di protezione civile degli Stati membri e un approccio coordinato per
agevolare il rapido spiegamento di personale e di materiale nell'area
interessata dalla catastrofe. Esso sosterrà anche le attività di preparazione
tese a migliorare la qualità della formazione, ad ampliarne la portata in modo
da includere anche la prevenzione e ad integrare formazione ed esercitazioni.
Verranno sostenuti anche gli sforzi degli Stati membri volti a rafforzare la
pianificazione della gestione del rischio e a sviluppare meccanismi di
finanziamento innovativi (come il pooling assicurativo regionale).
Politica sociale
Un
nuovo "Programma integrato per l'occupazione, la politica sociale e
l'inclusione" (Il cui nome sarà “Cambiamento e Innovazione Sociale 2014 –
2020”) si concentrerà su grandi progetti con un chiaro valore aggiunto dell'UE,
al fine di raggiungere la massa critica e ridurre gli oneri amministrativi. Il
focus principale sarà il “lavoro”. Saranno introdotte procedure e norme
armonizzate e semplificate, onde agevolare l'accesso al programma, in
particolare per le piccole organizzazioni. I lavoratori licenziati a seguito di
profondi cambiamenti strutturali beneficeranno di un aiuto specifico erogato
attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG). Tramite
il FEG, l'Unione europea continuerà ad aiutare gli Stati membri a fornire
un'assistenza ad hoc ai lavoratori licenziati in ragione di mutamenti
strutturali fondamentali provocati dalla crescente globalizzazione dei modelli
di produzione e di scambio. Inoltre, l'intervento a titolo del FEG riguarderà
anche i licenziamenti collettivi indotti da gravi squilibri dell'economia
locale, regionale o nazionale, a loro volta causati da una crisi improvvisa e
inattesa.
DCI
II Strumento programmatico per la cooperazione internazionale e allo sviluppo
paesi ACP.
Obiettivi
fondamentali di questo strumento sono:
A -
promuovere uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile
B -
promuovere la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto
dei diritti umani.
Questo
attraverso l’attuazione di tre tipologie di programmi: geografici, tematici e
programma panafricano a sostegno della strategia comune Africa – UE.
I
programmi geografici potrenno essere attuati secondo alle seguenti aree di
cooperazione:
A -
Diritti umani, democrazia e altri elementi cruciali del buon governo:
democrazia, diritti umani e Stato di diritto, parità di genere e empowerment
delle donne, gestione del settore pubblico, politica e amministrazione fiscale,
corruzione, società civile e autorità locali, risorse naturali, nesso
sviluppo-sicurezza.
B -
Crescita inclusiva e sostenibile per lo sviluppo umano: protezione sociale,
sanità, istruzione e occupazione, clima imprenditoriale, integrazione regionale
e mercati mondiali, agricoltura ed energia sostenibili.
C -
Altri settori significativi per la coerenza delle politiche per lo sviluppo:
cambiamenti climatici e ambiente, migrazione e asilo, transizione dagli aiuti
umanitari e risposta alle crisi a una cooperazione allo sviluppo di lungo
termine.
Le
aree in cui verranno focalizzati gli interventi sono molteplici e differenziati
per tematiche ed problematiche.
All’interno
di DCI II sarà previsto un programma tematico intitolato “Beni pubblici e sfide globali”. Nel quadro generale dell’obiettivo
di ridurre (e, se possibile, eliminare) la povertà questo sottoprogramma avrà
lo scopo di affrontare tematiche parallele e collegate quali: ambiente e
cambiamenti climatici, energia sostenibile, sviluppo umano, sicurezza
alimentare, migrazione e asilo.
I
programmi “Diritti fondamentale e cittadinanza” “Dafhne” ed il sottoprogramma
di Progress relativo a “Parità fra uomini e donne” saranno accorpati nel
programma “Diritti e Cittadinanza 2014 – 2020”. Resterà il programma Progress
per le altre tematiche.
Infine
il programma “salute per la crescita 2014 – 2020” si occuperà, fra l’altro, di
intervenire per migliorare l’innovazione nell’assistenza sanitaria e accrescere
la sostenibilità dei sistemi sanitari.
Istruzione , formazione , giovani ,
cultura e media
Importanti
le novità per il settore istruzione, giovani e cultura. Il nuovo programma
"Istruzione Europa" riunirà in se il Programma
sull'apprendimento permanente (LLP), Erasmus Mundus e Gioventù in azione. Al
suo interno verrà inoltre creato un sottoprogramma relativo ai finanziamenti
allo sport.
Le
azioni attualmente sostenute dal programma Leonardo saranno potenziate nel
quadro dell'impegno contro la disoccupazione giovanile e la Commissione
collaborerà con la BEI per fornire garanzie sui prestiti a studenti di master
che intendono studiare in un altro Stato membro. Il nuovo programma prevede in
particolare di:
–
fornire opportunità di apprendimento transnazionale mirate;
–
adeguare le competenze alla domanda del mercato del lavoro, al fine di
stimolare l'occupabilità, lo spirito imprenditoriale e la partecipazione dei
giovani;
–
stimolare le attività di volontariato e l'apprendimento non formale e informale
–
fornire
un ampio sostegno alla riforma e alla modernizzazione dei sistemi di istruzione
e di formazione europei ed extraeuropei.
Cultura
Si
chiama invece "Europa creativa
2014 - 2020" Il nuovo programma
che riunisce in un unico quadro di finanziamento gli attuali programmi UE che
intervengono nei settori culturale e audiovisivo, ossia “Cultura 2007-2013”, “MEDIA
2007” e “MEDIA Mundus”, e introduce allo stesso tempo un nuovo strumento di
garanzia finanziaria destinato ai settori culturali e creativi.
Questo strumento riguarda progetti
in tutti i settori culturali e creativi, vale a dire tutti i settori le cui
attività siano basate su valori culturali e/o espressioni artistiche e
creative.
Per meglio specificare settori
comprende, in particolare, architettura, archivi e biblioteche, artigianato
artistico, audiovisivo (tra cui film, televisione, videogiochi e multimediale),
patrimonio culturale, design, festival, musica, arti visive, arti dello
spettacolo, editoria, radio.
Il programma è finalizzato a
promuovere e salvaguardare la diversità culturale e linguistica europea e a
rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi.
Obiettivi specifici del programma
sono:
- sostenere la capacità dei settori
culturali e creativi europei di operare a livello transnazionale;
- promuovere la circolazione
transnazionale degli operatori e delle opere culturali e creative e raggiungere
nuovo pubblico in Europa e nel mondo;
- rafforzare la capacità finanziaria
dei settori culturali e creativi, in particolare delle piccole e medie imprese
e delle organizzazioni di questi settori;
- sostenere la cooperazione politica
transnazionale al fine di promuovere lo sviluppo delle politiche,
l'innovazione, la costruzione del pubblico e nuovi modelli di business.
Cocludendo:
i finanziamenti previsti vanno dal 50% al 60-70% in casi particolari. Sono
opportunità da cogliere, specialmente in un periodo in cui le risorse
economiche non sono abbondanti.
(ricordo che fa
parte del mio lavoro, per cui, chi avesse necessità di ulteriori specifiche o
info, può chiedermi).