giovedì 7 novembre 2013

Parlano di altro.


Assisto, abbastanza impotente e sempre più disinteressato agli atti del presente governo.
Il tema centrale del PDL è il futuro di Berlusconi, si alla stirpe dinastica, ma intanto il basso profilo è opportuno. La “farsetta” del ritorno a”nuovo” Forza Italia, lega mani e piedi (come fatto ad ottobre), il vicepremier Alfano e il gruppo di spennacchiate pseudo colombe che schivano gli spruzzi di acido, inviati con chirurgica precisione, da un altrettanto spennacchiato e mal assortito gruppi pseudo falchi (non vorrei insultare la razza dei falchi ne quella delle colombe accostandoli a simili esemplari di mammiferi). Mi pare che oltre il “padrone” il resto sia una banda di caporali (riferito al mitico film di Totò, “Siamo uomini o caporali?”).
Decidiamo ora. No domani. No, dopodomani. Decadenza si, decadenza no. Inutile ripetere che un pizzico di etica e un comportamento da uomo di altri tempi (ahimè e ahinoi…) avrebbe portato a rassegnare immediatamente dimissioni, in silenzio. Senza teatrini, filmatini o altre sciocchezze da quaraqquaquà. Ma poi ognuno fa quello che vuole e troverà sempre qualche fesso che gli darà ragione.
Comunque, spero che Alfano non ceda. E se non lo farà, rivedremo il film di Ottobre, quando Berlusconi, lanciato per far cadere il Governo, farà mestamente marcia indietro, giusto per avere una vana ipotesi di rompere ancora i maroni in sede “governativa”.
Il tema centrale del PD, invece, è una allegra lotta intestina (mai sanata, dopo la ridicola trombata di Prodi a Presidente della repubblica). Si alternano facce e critiche. Ma l’obiettivo per chi è al governo è rimanerci (almeno fino a che non maturino pensioni e benefit, vari). E chi non è al governo è andarci (giusto per azzannare un po’ di torta). La sfida, ovviamente, si gioca dentro il PD: qualche faccia (nuova, vecchia, pseudo vecchia o sconosciuta ai più) si arrabattano in un teatrino di tessere (vere, false, gonfiate), siluri, dichiarazioni e controdichiarazioni. E sulle regole. Ovviamente del congresso e delle primarie del PD, chiaro. Non sia mai che si parli di altre regole.
Lista civica, nella sua insignificanza politica, fa da comparsa a questo spettacolo e litiga con chi aveva preso come “capitano” delle armate, un Monti che dopo averci spremuto bene (magari non poteva fare altro dopo il casino lasciato da 20 anni di esortazioni a “muovere” l’economia banalizzando la popolazione a uno stupido “Shopping People” da spremere in tutte le direzioni) aveva riacquistato 2 grammi di (vana) credibilità europea. 
Ora se ne va, sbattendo la porta. Impantanato in quel limbo che la Vecchia Balena Bianca era maestra nell'ordire e attuare. 
In tutto questo il Governo delle larghe (….????) intese (direi, meglio, “private”), che fa?
Rimanda. Tutto ciò che può rimandare: tasse, imu, provincie, iva, compensi, pensioni, giustizia (...?!?!?! C’è ancora???), infrastrutture, territorio, ambiente, sociale, cultura e altre cosuccie da poco. Non rimanda alcune nuove allegre tasse, condite con la panzana che si pagherà di meno. Se qualcuno ci crede, vive ancora nel mondo degli storditi o dei seguaci del cavaliere. O di quelli a cui questo status quo fa comodo perché si rimpinguano le tasche sulle disgrazie di chi non ce la fa e dei più “piccoli”.

Non sento (al governo di intende)… parlare di cose che abbiano senso. Mai. Nemmeno una volta. Da anni. Siamo messi male. E stiamo andando verso una catastrofe economico sociale che il paese non ha mai vissuto (nemmeno dopo la guerra), almeno in quel periodo eravamo con le pezze al culo ma la voglia, l’inventiva, l’energia e le possibilità erano inimmaginabili, rispetto ad oggi.
Non c’è una proposta innovativa, coraggiosa. Rivoluzionaria. Sento parlare di uscire dall’Euro e rido. Noi Italiani, maestri dell’alibi, diamo sempre la colpa a qualche “mostro” che non sia “noi”. Oggi è l’Euro.
Ma se uscissimo, con il debito che abbiamo saremmo in default immediato. E i 400 miliardi di Euro che ogni anno “vendiamo” all’estero di titoli governativi chi cazzo se li comprerebbe? Li farebbero pagare a tutti noi, probabilmente e soprattutto a quei fessi che non fanno questi conti.
Diamo la giusta prospettiva. Nessuno ci ha chiesto di entrare nell’euro, si, è vero.
Ma è anche che sono le scelte politiche di questi ultimi (non proprio solo gli ultimi...) anni che ci hanno messo dove siamo.
E’ anche vero che delle risorse che potremmo prendere (abbiamo appena perso altri 15 miliardi di finanziamenti) in questo ultimo trascorso periodo (2007 – 2014) ne abbiamo portati a casa (in media generosa) meno del 40 % delle nostre disponibilità. (detto da Tajani, vice presidente del parlamento europeo, a Roma tre settimane fa).
E’ la capacità dei nostri politici, di fare azioni, di governare, di essere lungimiranti che è nulla. Lo è in ambito Italiano e, a maggior ragione, lo è in ambito Europeo. E nel mondo. Non sappiamo vendere e valorizzare le nostre peculiarità e le nostre capacità. E mentre non lo facciamo, mentre il governo stringe la “garrota” alla cultura, all’innovazione vera, allo spirito imprenditoriale, al sociale, all’inventiva, alla capacità, alla fantasia e al merito che il mondo ci invidia, quel mondo…. Smette di invidiarlo e se lo compra.
Sta morendo la parte “viva” del paese. Quella che reggeva la baracca. 

E intanto?? Intanto parliamo di altro. 
Ore di televisione, articoli, comunicati sullo stato di salute di Dudù. Cazzo. Se si ammala, cade il governo. 

Parliamo di altro. Come se ci curassimo della nostra pettinatura sul 100 piano di una delle due torri Gemelle, prima del crollo…. Nota. Per chi non se ne fosse avveduto, da quando al governo c’è “postpone” Letta, ci ha superato anche la Spagna.

Intanto… perplessi i “media” del mondo ci guardano attoniti e dicono… “ma… di che cazzo stanno parlando ??”.

martedì 1 ottobre 2013

Libertè, Egalitè... Impunitè e incapacitè!!!!


Sono un po’ di giorni che assisto, basito e stordito, alle scenette del nostro governo.
Cerco di informarmi, guardando trasmissioni che (più o meno) sono di critica e di analisi.
Piazza pulita, con De Gregorio… Report, con l’analisi dei ministri del Governo Letta.
B con i suoi mal di pancia seguito, pedissequamente da innumerevoli mister linguetta. Emeriti mister “nessuno” messi li da un facoltoso anziano. E per questo legati a lui a doppio filo.
Ma non di questo voglio scrivere.
L’Italia inserita (per ora) nel G8 dovrebbe essere un paese modello, all’avanguardia, pronto a dare nel mondo esempio. Si, ok. Magari lo da, ma non quello di cui parlavo.
Parlavo del fatto che migliaia di immigrati vengono da noi sperando in un paese più equo, giusto e a misura di uomo e di famiglia.
Ma in realtà, di quanto siamo lontani da una realtà più equa e più giusta?
Forse così lontani che molti non riescono nemmeno ad immaginarla. A volte, investito dai problemi di una realtà pesante e fastidiosa come la nostra, faccio fatica anche io.
Ad esempio: Equità.
Cosa significa? Che tutti pagano uguale o che chi ha di più paga (commisurato all’oggetto del “pagare”) un po’ di più? Non parlo dei prodotti a supermercato (li c’è il fantomatico “Mercato” che detta i prezzi delle cose).
Parlo di tasse, sanzioni e (alcuni) servizi che nel privato sono GIA’ differenziati per fascie di reddito.
Il fatto di dire che tutti pagano uguale è come sdoganare differenze e classi.
Di fatto, ad un nulla tenente, che ha perso, il lavoro 100 € pesano molto di più che ad un ricco benestante che all’anno dichiara decine di migliaia di euro (volendo ammettere una dichiarazione onesta). E vale sia per alcuni servizi che per alcune sanzioni.
In questo senso, il pagamento colmerebbe il gap delle differenze.
E, a mio avviso, sarebbe più “uguale”.
Stimolato da un amico ho pensato: ma perché un disoccupato deve pagare i servizi come una persona con un buon reddito? Se uno non ha un’entrata, non ha più diritto a spostarsi con i mezzi pubblici? A fruire della possibilità di comunicare? Ad avere un tetto sopra la testa? A mangiare? A bere?
Oppure, come l’esempio di Report di ieri sera… Quando faccio una multa per eccesso di velocità in un centro abitato, cosa faccio, come Governo? Cosa punisco?
Come è logico, si punisce l’atto potenzialmente molto pericoloso ed il potenziale danno alla società. Il centro di una città non è “Le Mans” e non è un caso che un bambino o un passante attraversino la strada.
Ma quanto incide una multa di 100 € a un disoccupato rispetto a un benestante? Quanto sono quelli che “possono”, che insieme alla macchina si “comprano” anche la possibilità di fare quel cazzo che gli pare? Ricordo di un “Onorevole” che dagli schermi fini per un bel pezzo sugli scranni del parlamento e con la sua macchina sportiva inanellava infrazioni del codice stradale in rapida successione. Per poi dire “tanto pago!.
Credo nelle utopie? Non direi. Altri paesi già lo fanno. E se non tutto ciò che ho detto, sono su quella strada di innovazione sociale, verso la direzione di quegli obiettivi.
E si può fare meglio. Li un individuo che si piglia una multa,  fermato dagli agenti (in tempo reale) riceve una multa commisurata al suo reddito dichiarato. Di il peso della sanzione è commisurato al reddito del sanzionato, ma non per punire il fatto che sia ricco. Ma per togliere il vantaggio illecito di potersene fregare della legge (di cui, molto spesso da noi, lui è uno dei promotori).
Noi mettiamo l’IMU (che colpisce tutti, uguale) e poi la togliamo per mettere un’altra tassa che colpisce anche chi la casa di proprietà non ce l’ha.
Noi aumentiamo l’IVA.
Noi aumentiamo la benzina (i carburanti per trazione). E avendo impostato un sistema di lavoro basato anche sullo spostamento e non investendo sui mezzi di trasporto delle persone, bastoniamo il ceto più fragile.
Ed è così da quando ho memoria.
E, da quando ho memoria, vedo le cose buone fatte in questo paese, da singoli individui che quasi (molto spesso) si slegano dal contesto e vengono “cavalcati” da politici incapaci di fare quello per cui sono lautamente (giusto o sbagliato che sia, è così) pagati.
La nostra classe politica è triste, incapace, legata a idee vecchie (e non per l’età, ma per la cultura, scarsissima) e con uno sguardo sul futuro di una talpa finita sotto a un Tir.
E mentre noi ci perdiamo in cazzate di poco coraggio (sai mai, perdo la poltrona prima di avere il vitalizio… meglio essere di “basso profilo) o, in casi peggiori, di una incompetenza tale che in qualsiasi “azienda” votata al profitto si sarebbe defenestrati in tempo reale, il resto del mondo se ne va, relegandoci nel posto di “ultimi” e sfigati.
A me non frega nulla, se i politici si abbassano gli emolumenti e si tolgono i privilegi.
Sono nella stanza dei bottoni. Hanno GIURATO di servire lo stato ed il popolo ITALIANO. Per quanto siano atti formali e rituali di cui ci si dimentica in fretta, lo hanno fatto emagari pure con un atteggiamento fra il commosso e il rispettoso.
E non discuto nemmeno che non dovrebbero farsi i cazzi loro (interessi economici in primis), perché questo per una mente logica e normale, sarebbe fuori discussione, ma dovrebbero essere l’espressione di ciò che di meglio la società e la cultura Italiana esprime.
E’ una tristezza profonda pensare che, molto probabilmente, è così.
Dovrebbero essere quelli (se non proprio artefici) pronti a raccogliere le buone idee e le sfide e votati a migliorare la vita della gente che rappresentano.
Se non fossimo in una situazione crisi che fa si che lo stipendio di un Parlamentare (ma mica solo di loro, ci sono fior di manager statali o di magistrati o giudici che prendono tanto quanto) urla ingiustizia rispetto a quello della maggior parte della popolazione e facessero quello per cui sono li, non mi scandalizzerei così tanto.
Quello che mi urta il sistema nervoso e mi porta a pensare, 20 ore al giorno, di trovarmi un altro paese dove fare le mie cose e invecchiare è altro.
E’ la loro assoluta nullità realizzativa e innovativa. 
E’ la loro incapacità politica.
E’ l’assoluta mancanza di una visione del futuro.
Una immobilità mentale e operativa che molte volte è doppiamente colpevole: non solo perché c’è incapacità, ma anche (spesso) perché c’è dolo e interessi illegali privati (a volte pure certificato da sentenze!!!).
La crisi, alibi sotto cui nascondere la necessità di sacrifici per tutti (e non imposti SOLO ad una parte della popolazione), poteva essere una meravigliosa occasione per provare ad aprire le finestre e cambiare radicalmente in senso equo uno stato che dopo le grandi guerre non ha saputo ancora trovare una direzione “moderna”, davvero equa, sostenibile e socialmente attenta.
Dove cambiare la cultura di tutti gli italiani, liberandosi da schizzi di razzisti e intolleranza, da comportamenti imperniati su una falsa furbizia e malcostume, basata solo sul profitto e sulla realizzazione a scapito del prossimo. Forse si sarebbe potuto mettere davvero su un angolo la malavita organizzata, dando risposte reali a chi a bisogno e non demandando chi è sul territorio (e a volte, appunto, anche chi lo fa ma è al di fuori della legalità).
E non è utopia. E’ coraggio, senso del futuro e della realtà.

In questo senso mi sarà veramente difficile votare.
Del meno peggio mi sono davvero rotto i coglioni.

sabato 31 agosto 2013

.. guerra e altre cosette...


1864. I soldati dell’Unione Americana (le famose Giacche Blu o “lunghi coltelli”) attesero pazientemente che i guerrieri Cheyenne andassero a caccia e lasciassero sguarnito il loro villaggio. Rimasero solo vecchi, donne e bambini.
Furono massacrati.
Poi fu la volta dei guerrieri: con pochi vecchi fucili (venduti dai commercianti bianchi senza scrupoli in cambio di oro) frecce, lance e tomahawk (di pietra e legno) e inferiori di numero poterono poco o nulla contro le colt, i winchester (con modelli sempre migliori), gli Henry 44/40 (lunga gittata) o gli Harper (fucili da bisonti, potentissimi da corta distanza) e infine le innovative Gatling (antesignane delle moderne mitragliatrici cicliche a più canne). Chi non morì si piegò a vivere come un emarginato in ristrette e poco ospitali “Riserve” (sostantivo di dubbia e varia interpretazione).
Poi si impossessarono dei loro territori. E delle loro risorse.
E, ieri come oggi, quando attraversano nuovi territori con la loro apocalisse, lì vi si stabiliscono e non vanno più via. Prima militarmente e poi con il potere economico.

Mi pare che, 150 anni dopo, la giovane politica Americana, modello per i poteri mondiali, non sia cambiata. Non è più nel territorio degli Americani. Non è nemmeno nel territorio Europeo. Ora è nel territorio Arabo.
Ci sono armi differenti, più efficaci. Eserciti più potenti.
Direte che non sono solo loro? Vero. Il modello c’era prima di loro e lo usano anche altri, che magari non si ergono a difensori mondiali della libertà (la loro) e della democrazia (…???).
Ma la sostanza, sempre ed in fondo, è fatta di interesse economico e potere, due mostri con una fame insaziabile.  Ma non di Nazioni, ma di persone. Quelle nella stanza dei bottoni.
E il modus operandi oggi è la guerra, demone da tutti ripudiato, a cui ci rivolgiamo con una facilità impressionante.  Perché come per la Chiesa, il vero problema non è la verità ma il potere.
Guerra di “liberazione degli oppressi” e per la “democrazia”, guerra “preventiva”, guerra “in difesa della pace”, “guerra preventiva”. (E magari fra i militari sono certo che più di qualche fesso, che in ignoranza e buona fede, ci crede). Tutti ossimori. La guerra è guerra. E’ morte. E’ disperazione. E’ dolore. E’ per sempre per chi la subisce. Ma è anche guadagno per chi la ipotizza e la architetta. E anche per chi la fa, molto spesso. Quando una guerra finisce, basta guardare i conti in banca, quello cresciuto di più è il conto di chi l’ha voluta, la guerra.

Non faccio demagogia. Non difendo un dittatore o l’altro. Non difendo la violenza. Non difendo chi ha pensato di chiudere l’energia di atomi in una bomba. O chi usa gas letali (e chi li ha pensati, voluti, inventati, pagati e creati) o armi all’uranio arricchito.
Non difendo chi fabbrica queste armi. Né chi le vende. Né chi le compra. Quindi, tantomeno chi le usa.
Dico solo che NON VOGLIO LA GUERRA.

Sia una scusa (per quanto motivata) o un pretesto (per quanto oggettivo e primo di “fatti” antecedenti o scatenanti) o una “bandiera” (come oggi quella della libertà e della pace, così lacerata e lordata dalle cose che copre e nasconde) ieri come oggi sono sempre usati come motivi per attuare, sempre con lo stesso stile, la conquista. Senza ma e senza se. E magari con  Premio Nobel per la Pace in attivo…
E le altre “pulci” del vecchio mondo “civilizzato”, che si adeguino. O stiano in parte.

Ma non condivido nemmeno le mire di conquista Russe, che cerca uno sbocco nel mediterraneo e che continua a mal sopportare le basi americane in Polonia ed in Turchia.
Mi sembra, più o meno, come un adolescente con una mostruosa e mai risolta crisi di inferiorità verso il fratellone, più giovane, ma più grosso.
E quindi, via, a star dietro ai modelli stelle e strisce invece di ricostruire una nazione su principi nuovi, forti di una storia di millenni. Inseguiamo il modello Americano, magari spinti dalla Cina, e cominciamo a giocare con gli interessi. Come l’America, che fra un Hamburgher e una Coca, mastica nazioni e vite. Stessi modelli (armi e potere economico) e metodi simili (dove si riesce, guerra), ma, a volte, con l’errore di mantenere la segretezza, nascondendo.
Mentre i più scafati coinquilini a stelle e strisce, nascondono mostrando. Come si fa in una moderna cultura della comunicazione di massa controllata. E magari contro dittatori e  terroristi figli di un tubo catodico e reali quanto Fonzie.

Non condivido l’effimero strapotere economico della “famiglia” araba in cerca di un nuovo ordine, dove lo stato fastidioso di Israele non trova spazio. E dove un certo “islamismo” comincia a dare fastidio. E anche se in questa partita, temo, che gli USA “giochino” con i piedi in due staffe. 

E nemmeno di un’Europa, moderna e sciocchina come Sancho Panza, fedele al fianco del potente ma così presa da discutere di ciò che assicura un certo benessere a banche e potere, da non curarsi troppo di cosa fa “l’American Guy”.
In che momento e con che accordo i “potenti” mondiali hanno deciso che l’America dominerà il mondo? Che sia di nuovo una questione di soldi, ergo di potere?

Che Bashad al-Assad sia un dittatore?
Forse. Anche se in un paese dove convivevano pacificamente religioni ed etnie differenti faccio fatica a pensarlo.
Perché non lasciare ai Siriani la bega di decidere e scegliere se starci o meno? Il popolo Siriano è accogliente, tollerante. Fondato su una cultura che ha fatto la storia del mondo.
Sono propenso a trovarmi d’accordo con il ragionamento espresso da Mentana in un post su FB che riporto per concetti:
Assad non è un politico (nel senso tradizionale, di stirpe o studi) è un oftalmologo. Un medico degli occhi. Ha fatto politica per i casi della vita (morte di suo padre e di suo fratello).
Magari non è scafato come un Mitterand o un Bresnief o un Kissinger.
Ma usare SARIN (il Sarin lo fanno i Russi e gli Americani, anche con componenti chimiche fatte in Italia) per gasare dei bambini e delle donne è una puttanata così marchiana che nemmeno qualche nostro “abile” uomo politico avrebbe saputo fare di meglio. E noi abbiamo dei campioni MONDIALI in questo campo.

Nulla mi toglie dalla testa che sia solo un pretesto. Una causa scatenante.
L’esecuzione di un bel ritratto. Il ritratto del male.
Come Saddam Hussein o Bin Laden o Arafat o Gheddafi o Mubarak.   
Perché quando dai un volto al male, consegni alla gente e all’opinione pubblica un “obiettivo”. E questo ti giustifica, crea una motivazione, di da una sorta di delega di mandato implicito, ti fabbrica degli alibi e permette, in una imperante e distorta logica, atti di una nefandezza difficilmente pensabile.
Ti permette di fare i tuoi interessi, sporchi o puliti (… quando ???) che siano. Ti permette di fare guerre. Di uccidere. Ma anche di governare e rubare. Perché no?
Dove c’è una comunicazione distorta com’è possibile capire dov’è il limite fra l’azione plausibile, giusta e meritevole (fermo restando che la guerra tout court non lo è MAI) e l’atto disonesto e criminale, dipinto (e mascherato) di giustizia, legalità e “giusta motivazione”?

Insomma non condivido la Guerra. Quella di oggi meno di quella di ieri.
Almeno ieri avevamo delle scuse: non evoluti, trogloditi, spinti da istinti bestiali.
Oggi? Non le voglio elencare. Penso mi farebbero più paura delle prime.

Non serve un attacco alieno o un meteorite.
Siamo noi a creare i nostri demoni. E solo noi, uno per uno, possiamo ucciderli.
Magari con un bel “no”. NON VOGLIO LA GUERRA.

mercoledì 28 agosto 2013

Quale futuro ci aspetta? Opportunità.



Invece di parlare di argomenti negativi e di problemi provo oggi a parlare di “opportunità”. 
Quelle opportunità (magari insite in un sistema discutibile e migliorabile) comunque “concrete e reali” per chi vuole “fare” e non solo “parlare”.
Nonostante sia un ambito in cui l’Italia non “brilla”, ne parlo in maniera positiva e propositiva.
Per cogliere nuove opportunità e per informare su “possibilità”.
Parlo di alcune nuove opportunità di finanziamento per progetti fornite dall'Unione Europea nell'ambito della nuova programmazione UE 2014 - 2020. Solo fondi DIRETTI in queste righe. 

La situazione consuntiva (a fine hanno termina il periodo di programmazione 2007 – 2013) dell’Italia sull’utilizzo dei fondi UE, vuoi per incompetenza (piuttosto che pagare un povero cristo “competente” ossia che passa le giornate a studiare direttive, leggi, meccanismi, limiti, procedure e tecniche ci si improvvisa con senza esperienza ne programmazione con risultati, a volte, drammatici), vuoi per limiti “governativi” totalmente miopi verso le opportunità offerte da questi fondi (penso al patto di stabilità) fa si che l’ITALIA sia al PENULTIMO posto (in termini generali su tutte disponibilità Europee di fondi diretti e indiretti) fra i 27 stati europei. Un colpo di coda con il Governo Monti non ci ha dato la possibilità di “brillare” e di risalire significativamente la china. Se si pensa che l’Italia contribuisce per ogni periodo di programmazione con svariati miliardi di Euro e ci sono alcuni stati che accedono a questi fondi con percentuali superiori al 100% (spagna 140% ad esempio) si arriva, probabilmente, ad intuire la demenzialità della cosa.
I dati di questo articolo vengono riportati da documenti ufficiali e da relazioni di congressi consuntivi a cui ho partecipato personalmente, nonché da articoli di giornale (Il sole 24 ore, Repubblica, Il fatto quitidiano) e siti web specializzati nel settore.
Queste poche righe appena scritte saranno le uniche di questo post “negative”.
Il resto sono solo “opportunità”. Un po’ di Sole… anche se in lontananza.
 
Oggi, dunque, parlo dei Fondi UE “Diretti”. 
Ossia di quella “disponibilità” economica di fondi (non “prestiti o mutui” ma soldi in conto capitale da spendere secondo progetti e non da restituire) che l’Unione Europea mette a disposizione secondo gli obiettivi e le politiche definite in sede di parlamento europeo e distribuite in diverse tematiche e linee di finanziamento.

Si definiscono “diretti” perché i partecipanti ammessi (privati, enti, amministrazioni pubbliche, associazioni, società, coop, no profit ecc. …) rispondono a specifiche “call for proposals” (pubblicate secondo diverse tematiche) e fanno riferimento DIRETTAMENTE agli organismi UE che gestiscono i fondi. Niente intermediari governativi come invece succede nei fondi indiretti (FSE, FESR, FdC) che fanno riferimento ai governi locali (Ministeri e governi Regionali).
Siamo in Agosto, quindi pubblico questo elenco per fare informazione “per tempo”.
I primi fondi di questo periodo di programmazione saranno a disposizione dalla fine di quest’anno (2013) sino al 2020.
Parecchie novità contraddistinguono la rosa dei finanziamenti Diretti Ue per il periodo di programmazione 2014-2020.
I finanziamenti "Diretti" non sono da considerarsi "residuali", ossia “avanzi dei Fondi strutturali” (definiti “Indiretti”), ma vere potenzialità create a sostegno delle varie politiche comunitarie.
La loro natura permette, attraverso la costituzione di partnenariati tra enti, imprese e associazioni, sia pubblici che privati in Stati membri diversi, di attuare progetti di elevato interesse innovativo, incentivando la collaborazione tra i 27 paesi dell'Unione europea.
Il filo conduttore della nuova programmazione è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Obiettivo della Commissione per il prossimo bilancio UE è quella di spendere in modo diverso, con una maggiore enfasi sui risultati e sull'efficacia, concentrandosi sulla realizzazione del programma Europa 2020 .
Le risorse verranno ridistribuite, fra gli altri, anche in settori (ritenuti prioritari) quali la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e la cultura e i rapporti con l'area mediterranea.
Ma anche alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell'ambiente, il settore sociale e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte integrante di tutti i principali strumenti e interventi. Su queste tematiche trasversali mi concentrerò nelle righe a seguire.
Non faccio riferimento in questo documento ai programmi strutturali e al programma “Horizon 2014 – 2020” che, proseguendo sulla scia del Settimo Programma Quadro 2007 – 2013 sulla ricerca e sull’innovazione, è uno degli strumenti più potenti e di punta dell’UE, fortemente finanziato, mirato principalmente ai settore della Ricerca (Università e simili) e alle amministrazioni pubbliche in partenariato con le aziende private (anche PMI).
Non tratto qui nemmeno i programmi per l’imprenditoria previsti per la nuova programmazione quali ad esempio il  COSME 2014 – 2020 pacchetto per ricerca, innovazione e competitività specifico per PMI;

Ambiente e protezione civile.
Oltre all'integrazione della tematica ambientale nelle sue politiche e nei suoi programmi, la Commissione propone di proseguire l'attuazione del Programma LIFE+, allineandolo maggiormente agli obiettivi di Europa 2020. Come previsto dall'attuale periodo di programmazione, il nuovo strumento coprirà, all'interno di un solo programma, un'intera serie di azioni nei settori dell'ambiente e dell'azione per il clima. Nell'ambito del sottoprogramma relativo all'ambiente, lo strumento si concentrerà su due tipi di progetto: nuovi progetti "integrati", il cui numero e la cui dotazione finanziaria aumenteranno gradualmente durante la durata del programma, e progetti "tradizionali".
La Commissione ritiene che i progetti integrati possano svolgere il ruolo essenziale di catalizzatori verso il conseguimento di obiettivi quali la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, la gestione efficace della rete Natura 2000, la promozione della governance ambientale, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche nonché l'effettiva mobilitazione di altri fondi a tal fine. L'obiettivo dei progetti integrati LIFE è dimostrare l'attuazione sostenibile di piani d'azione ambientali relativi alle principali direttive UE in campo ambientale, come la direttiva habitat e la direttiva quadro in materia di acque.

I progetti integrati sosterranno una serie di attività e misure specifiche. I finanziamenti complementari di cui tali progetti avranno bisogno proverranno da altri programmi di finanziamento UE, da fondi pubblici nazionali e regionali e da fondi del settore privato e saranno gestiti congiuntamente, assicurandosi che siano utilizzati per conseguire gli obiettivi di tutela ambientale. I finanziamenti LIFE dovrebbero pertanto agire come catalizzatori, garantendo la coerenza con la strategia ambientale e sfruttando al massimo le sinergie.
Nel quadro strategico comune, verrà inoltre garantita una cooperazione più strutturata con gli altri fondi UE. I progetti continueranno a essere scelti in funzione del loro valore aggiunto UE e il loro potenziale di trasferimento di conoscenze e competenze.

La Commissione propone di rinnovare lo Strumento finanziario per la Protezione Civile così da fornire un sostegno finanziario ad attività pertinenti ai diversi aspetti del ciclo di gestione delle catastrofi, ossia una risposta più coerente e meglio integrata nelle emergenze, una migliore preparazione a far fronte alle catastrofi e azioni innovative per la riduzione del rischio di catastrofi. Si ricorrerà allo strumento finanziario per la protezione civile anche per la creazione della capacità europea di reazione alle emergenze, che avrà come base una condivisione volontaria dei mezzi di protezione civile degli Stati membri, così da determinare un rapporto costi-efficacia più favorevole grazie alla disponibilità coordinata dei mezzi di protezione civile. Lo strumento finanziario riveduto rafforzerà ulteriormente e potenzierà la capacità di gestione delle catastrofi dell'UE mediante il passaggio a sistemi prevedibili e pianificati in anticipo. Ciò avverrà attraverso una raccolta più completa di informazioni in tempo reale sulle catastrofi, una migliore localizzazione dei mezzi di protezione civile degli Stati membri e un approccio coordinato per agevolare il rapido spiegamento di personale e di materiale nell'area interessata dalla catastrofe. Esso sosterrà anche le attività di preparazione tese a migliorare la qualità della formazione, ad ampliarne la portata in modo da includere anche la prevenzione e ad integrare formazione ed esercitazioni. Verranno sostenuti anche gli sforzi degli Stati membri volti a rafforzare la pianificazione della gestione del rischio e a sviluppare meccanismi di finanziamento innovativi (come il pooling assicurativo regionale).

Politica sociale
Un nuovo "Programma integrato per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione" (Il cui nome sarà “Cambiamento e Innovazione Sociale 2014 – 2020”) si concentrerà su grandi progetti con un chiaro valore aggiunto dell'UE, al fine di raggiungere la massa critica e ridurre gli oneri amministrativi. Il focus principale sarà il “lavoro”. Saranno introdotte procedure e norme armonizzate e semplificate, onde agevolare l'accesso al programma, in particolare per le piccole organizzazioni. I lavoratori licenziati a seguito di profondi cambiamenti strutturali beneficeranno di un aiuto specifico erogato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG). Tramite il FEG, l'Unione europea continuerà ad aiutare gli Stati membri a fornire un'assistenza ad hoc ai lavoratori licenziati in ragione di mutamenti strutturali fondamentali provocati dalla crescente globalizzazione dei modelli di produzione e di scambio. Inoltre, l'intervento a titolo del FEG riguarderà anche i licenziamenti collettivi indotti da gravi squilibri dell'economia locale, regionale o nazionale, a loro volta causati da una crisi improvvisa e inattesa.

DCI II Strumento programmatico per la cooperazione internazionale e allo sviluppo paesi ACP.

Obiettivi fondamentali di questo strumento sono:
A - promuovere uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile
B - promuovere la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto dei diritti umani.
Questo attraverso l’attuazione di tre tipologie di programmi: geografici, tematici e programma panafricano a sostegno della strategia comune Africa – UE.
I programmi geografici potrenno essere attuati secondo alle seguenti aree di cooperazione:
A - Diritti umani, democrazia e altri elementi cruciali del buon governo: democrazia, diritti umani e Stato di diritto, parità di genere e empowerment delle donne, gestione del settore pubblico, politica e amministrazione fiscale, corruzione, società civile e autorità locali, risorse naturali, nesso sviluppo-sicurezza.
B - Crescita inclusiva e sostenibile per lo sviluppo umano: protezione sociale, sanità, istruzione e occupazione, clima imprenditoriale, integrazione regionale e mercati mondiali, agricoltura ed energia sostenibili.
C - Altri settori significativi per la coerenza delle politiche per lo sviluppo: cambiamenti climatici e ambiente, migrazione e asilo, transizione dagli aiuti umanitari e risposta alle crisi a una cooperazione allo sviluppo di lungo termine.
Le aree in cui verranno focalizzati gli interventi sono molteplici e differenziati per tematiche ed problematiche.
All’interno di DCI II sarà previsto un programma tematico intitolato “Beni pubblici e sfide globali”. Nel quadro generale dell’obiettivo di ridurre (e, se possibile, eliminare) la povertà questo sottoprogramma avrà lo scopo di affrontare tematiche parallele e collegate quali: ambiente e cambiamenti climatici, energia sostenibile, sviluppo umano, sicurezza alimentare, migrazione e asilo.
I programmi “Diritti fondamentale e cittadinanza” “Dafhne” ed il sottoprogramma di Progress relativo a “Parità fra uomini e donne” saranno accorpati nel programma “Diritti e Cittadinanza 2014 – 2020”. Resterà il programma Progress per le altre tematiche.
Infine il programma “salute per la crescita 2014 – 2020” si occuperà, fra l’altro, di intervenire per migliorare l’innovazione nell’assistenza sanitaria e accrescere la sostenibilità dei sistemi sanitari.

Istruzione , formazione , giovani , cultura e media
Importanti le novità per il settore istruzione, giovani e cultura. Il nuovo programma "Istruzione Europa" riunirà in se il Programma sull'apprendimento permanente (LLP), Erasmus Mundus e Gioventù in azione. Al suo interno verrà inoltre creato un sottoprogramma relativo ai finanziamenti allo sport.
Le azioni attualmente sostenute dal programma Leonardo saranno potenziate nel quadro dell'impegno contro la disoccupazione giovanile e la Commissione collaborerà con la BEI per fornire garanzie sui prestiti a studenti di master che intendono studiare in un altro Stato membro. Il nuovo programma prevede in particolare di:
–      fornire opportunità di apprendimento transnazionale mirate;
–      adeguare le competenze alla domanda del mercato del lavoro, al fine di stimolare l'occupabilità, lo spirito imprenditoriale e la partecipazione dei giovani;
–      stimolare le attività di volontariato e l'apprendimento non formale e informale
        fornire un ampio sostegno alla riforma e alla modernizzazione dei sistemi di istruzione e di formazione europei ed extraeuropei.
Cultura
Si chiama invece "Europa creativa 2014 - 2020" Il nuovo programma che riunisce in un unico quadro di finanziamento gli attuali programmi UE che intervengono nei settori culturale e audiovisivo, ossia “Cultura 2007-2013”, “MEDIA 2007” e “MEDIA Mundus”, e introduce allo stesso tempo un nuovo strumento di garanzia finanziaria destinato ai settori culturali e creativi.
Questo strumento riguarda progetti in tutti i settori culturali e creativi, vale a dire tutti i settori le cui attività siano basate su valori culturali e/o espressioni artistiche e creative.
Per meglio specificare settori comprende, in particolare, architettura, archivi e biblioteche, artigianato artistico, audiovisivo (tra cui film, televisione, videogiochi e multimediale), patrimonio culturale, design, festival, musica, arti visive, arti dello spettacolo, editoria, radio.
Il programma è finalizzato a promuovere e salvaguardare la diversità culturale e linguistica europea e a rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi.
Obiettivi specifici del programma sono:
- sostenere la capacità dei settori culturali e creativi europei di operare a livello transnazionale;
- promuovere la circolazione transnazionale degli operatori e delle opere culturali e creative e raggiungere nuovo pubblico in Europa e nel mondo;
- rafforzare la capacità finanziaria dei settori culturali e creativi, in particolare delle piccole e medie imprese e delle organizzazioni di questi settori;
- sostenere la cooperazione politica transnazionale al fine di promuovere lo sviluppo delle politiche, l'innovazione, la costruzione del pubblico e nuovi modelli di business.


Cocludendo: i finanziamenti previsti vanno dal 50% al 60-70% in casi particolari. Sono opportunità da cogliere, specialmente in un periodo in cui le risorse economiche non sono abbondanti. 
(ricordo che fa parte del mio lavoro, per cui, chi avesse necessità di ulteriori specifiche o info, può chiedermi). 


sabato 24 agosto 2013

Quale futuro ci aspetta?

Grazie al web e alla sua funzione genetica, riesco ad attingere a informazioni sul mio (si, è anche mio) Stato. E quello che leggo mi rende attonito. Dove stiamo andando? Quale futuro ci aspetta?

Magari ci sono tante cose che non capisco (anche perché, di chi le gestisce, nessuno è realmente interessato a farle capire a tutti) di economia dei governi, gestione degli stati, scelte di politica internazionale. E vivo nell’illusione che alcune regole dovrebbero essere seguite. Quelle del rispetto, dell’attenzione ai più deboli, della libertà, della possibilità di tutti di avere opportunità di scegliere e della responsabilità di rispondere delle proprie scelte.
Ma vivo in un’illusione. Cultura, condivisione, libertà, rispetto, non violenza, dialogo sono relegate alla buona volontà di singole persone (meno male che esistono!!!). Ma tenute li, borderline, che non diano troppo fastidio. Nella lotta economica mondiale, le morti locali di chi non riesce ad affrontare un sogno spezzato, sono importanti solo a parole. A fatti, valgono come “danni collaterali” di una guerra giocata senza esclusione di colpi. Niente.

La realtà che ho davanti, si presta a tanti dubbi. E anche a tante tristi certezze. L’interesse, il denaro, il "controllo" e il potere sono le forze che regolano la vita del mondo. E anche del nostro paese. La coerenza è un vezzo. L’onestà un vestito vecchio. La trasparenza un’idea scellerata, idiota e pericolosa… Apparire è fondamentale. Essere, meno. Se “sai raccontarla”, meglio. E se sai fare "bene" i tuoi “business”, sei nell’olimpo.

Non vedo una azione (una vorrei, almeno e solo una) lungimirante. Una scelta fatta dei governi degli ultimi 20 anni in Italia (non parlo di prima, ero troppo idiota) che abbia una vera scintilla di innovazione e futuro. Sembano toppe, quando non sono mere porcherie. Non un atto verso un futuro più sostenibile (parola abusata e quasi svuotata del suo senso profondo), migliore, felice per gli abitanti di questa nazione (... si nel pianeta ci siamo anche noi).
E, a maggior ragione, nemmeno un atto verso il pianeta, che lentamente ed in un silenzio assordante, scivola in situazioni con le quali ci troveremo (e magari sorprendendoci) a fare i conti fra non molto tempo.

Situazione attuale del nostro paese.
- Ammortizzatori sociali: 80 miliardi (80.000.000.000 €) erogati dall’Inps dall’inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione;
- Cassa integrazione: totale di ore di Cassa Integrazione richieste, da gennaio a giugno, supera il mezzo miliardo (> di 500.000.000 di ore) ;
- Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa 6.000 miliardi di Euro (6.000.000.000.000 €);
- Debito pubblico: a giugno 2013 nuovo record a 2.075,71 miliardi di euro (2.075.710.000.000 €) dai 2.074,7 miliardi di maggio; oltre il 130% del Pil. Secondo le previsioni salirà al 130,8% del Pil nel primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo trimestre 2012.
- Deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%;
- Disoccupazione: a giugno 2013 si attesta al 12,1%, dato peggiore dal 1977;
- Disoccupazione giovanile: il tasso nel segmento 15-24anni a giugno 2013 e' salito al 39,1%, in crescita di 0,8 punti percentuali su maggio e di 4,6 punti su base annua;
- Entrate tributarie: a maggio -0,7 miliardi rispetto allo stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi del 2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012;
- Gettito Iva: -6,8% nei primi 5 mesi del 2013, un vero disastro;
- Insolvenze bancarie: quelle in capo alle imprese italiane hanno sfiorato a maggio 2012 gli 84 miliardi di euro (precisamente 83,691 miliardi – 83.691.000.000.000 €).
- Manifattura: indice Pmi resta sotto i 50 punti, linea di demarcazione tra espansione e contrazione;
- Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, totalmente inattivi;
- Pil: nel secondo trimestre il prodotto interno lordo dell'Italia ha subito una contrazione dello 0,2% dopo il -0,6% nei primi tre mesi dell'anno. Comparando il secondo trimestre del 2013 con gli stessi mesi dell'anno precedente il calo è -2,0% (fonte: Eurostat. S&P ha abbassato la sua previsione di crescita 2013 per l'Italia, a -1,9% rispetto al -1,4% previsto a marzo 2013 e al +0,5% stimato a dicembre 2011. Il Fmi ha tagliato le stime del pil Italia 2013 a -1,8%. Nel 2012 il Pil ha subito una contrazione di -2,4%;
- Potere d'acquisto delle famiglie: -2,4% su base annua, -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;
- Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani (dato Ocse);
- Prestiti delle banche alle imprese: -5% su base annua nei mesi da marzo a maggio. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012;
- Produzione industriale : crollata -17,8% negli ultimi dieci anni, su base annua è in calo -2%;
- Ricchezza: bruciati circa 12 punti di Pil dall’inizio della crisi, 200.000.000.000 € circa;
- Sofferenze bancarie: a maggio 2013, secondo il rapporto Abi, le sofferenze lorde sono risultate pari ad oltre 135,7 miliardi di euro (135.700.000.000 €), 2,5 in più rispetto ad aprile 2013 (+22,4% annuo);

Questo con:
- una Mafia (che potremmo definire Mafia SPA) che nel 2012 ha fatturato 138.000.000.000 € esentasse. 
- un apparato Governativo che lo scorso anno è costato allo stato circa 170.000.000.000 € e avendo un GOVERNO (delle “larghe” intese) che ha aumentato le spese ed i privilegi (non ultimo una polizza sulla vita per i parlamentari che ci costa 1.000.000 € all’anno) in barba ad annunci e promesse elettorali, è facile la previsione che non cambiando il modello e i politici al timone, la storia non cambierà
e le spese militari…. Pensate agli F35? Si… come no. Magari fossero SOLO quelli.
Fino ad ora di tagli sostanziosi alle spese militari non sembrano essercene stati. Anzi, c’è stato un aumento.
Saranno acquistati con tali fondi soprattutto caccia europei Eurofighter. Se l'opinione pubblica si è concentrata sul preventivo di spesa per gli F-35 (12.000.000.000 €),  ora viene alla luce che il preventivo per gli Eurofighter italiani ha superato ogni record: 21.000.000.000 € di euro, 3 miliardi in più rispetto alla previsione.
Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il ministero Sviluppo Economico spenderà 1.182.000.000 €  , mentre quello della Difesa sborsa 500.000.000 € per gli F-35.
Il Ministero dello Sviluppo Economico “si accollerà" le fregate Fremm (5.600.000.000 € per le prime sei); i blindati da combattimento Freccia (1.500.000.000 €  per 249 veicoli); i jet d'addestramento Aermacchi M-346 (220.000.000 € per la prima trance); i gadger elettronici per il "Soldato futuro" (800.000.000 €); gli elicotteri NH-90 di Esercito e Marina (3.895.000.000 €) e gli Agusta AW-101 dell'Aeronautica (740.000.000 €).
L'Esercito spende soprattutto per gli elicotteri: i grandi Chinook presi negli Usa costano 974.000.000 € Poi ci sono 202.000.000 € milioni per acquistare 479 camionette Lince con protezione migliorata. La Marina sta completando la nuova flotta di sottomarini: i quattro modernissimi U-212 costeranno 1.885.000.000 €. Il documento rivela il prezzo finale della portaerei Cavour: 1.390.000.000 €. Le due ultime fregate Orizzonte consegnate invece verranno 1.500.000.000 €, con rate fino al 2020.
I costi, rateizzati, prevedono (decisioni già prese ed esecutive) che nel 2013, il Governo Italiano sborserà 5.500.000.000 € per spese militari.
Subirà invece tagli la preparazione dei militari che andranno all'estero in missione dall'Afghanistan al Libano. (Gianluca Di Feo, l'Espresso)

Ma tagliamo servizi sociali (politiche giovanili, integrazione, sport, servizi a disabili, servizi a persone in stato di disagio….dal 2008 a oggi – 86%), cultura, innovazione e ricerca, istruzione, verde e tutela ambientale, energie rinnovabili e turismo. Come rendere arido l’Humus che potrebbe far crescere (volutamente senza “ri-“) questa nazione in maniera davvero sostenibile.

A fronte di questo il “decreto del fare” e le altre lungimiranti, lucide e accurate scelte del governo, attualmente rapito completamente dal decidere se un condannato per un reato sia ammissibile a restare in un organo legislativo del governo (il Parlamento…), come la scelta sull’IMU, mentre i servizi aumentano il costo sui cittadini…. Cambierà qualcosa nella sostanza? Io credo di no.

A fronte di questa situazione ecco alcune “certezze” che ci aspettano:
In nostri governi, i precedenti, quello di Monti e l’attuale hanno accettato (fra gli altri) e approvato questi meccanismi:
Il MES Meccanismo Europeo di Stabilità, conosciuto anche come fondo “salva Stati“ (a cui l’Italia ha ADERITO – approvato dal parlamento nel 2012 –  e a cui contribuisce come terzo stato dell’area EURO) dice che la nostra tranche di contribuzione del capitale iniziale è di 125.395.000.000 €. Inizialmente dobbiamo versarne il 20% cioè 25.079 Milioni di Euro, in cinque anni, significa circa 5.000.000.000 € all’anno per cinque anni, senza ma e senza se.
Nel caso avessimo, un domani, bisogno di questi soldi ce li”presterebbero” a fronte di pesanti “condizionalità” (cessione della gestione di grandi asset del paese tipo autostrade, treni… ecc) e con tassi d’interesse. Più o meno come pagare una assicurazione per danni, che quando hai bisogno, invece di rifonderti i danni, ti PRESTA i soldi per pagarteli e poi li rivuole con gli interessi. (Tralascio per il momento dove si andranno a prendere questi soldi. Accenno solo che le pesanti condizioni imposte dalla “troica” NON sono state accettate SOLO dalla Germania, con 37000 ricorsi alla corte costituzionale tedesca e che la stessa troica ha previsto che l’organo di gestione possa aumentare il fondo secondo necessità senza opposizione alcuna dagli stati aderenti).
Il FISCAL COMPACT (approvato, subito dopo la modifica della COSTITUZIONE sul pareggio di bilancio) che obbliga i paesi della UE a raggiungere in 20 anni un rapporto debito/PIL del 60%. Ora, valutato che il nostro rapporto debito/PIL attuale supera il 130% (deficit) significa, tradotto per gli ignoranti come me,  che per i prossimi 20 anni dobbiamo coprire (eliminare, risparmiare il deficit) circa di un 3,5 % di questo rapporto, ogni anno . Per fare questo significa imporre circa 60.000.000.000 €  di euro di tasse e tagli all’anno per circa 20 anni.

Un problema non è indipendente dal sistema che l'ha creato.

I fatti (numeri) riportati sono desumibili da documenti ufficiali reperibili in rete. E da articoli di giornali accreditati.(Raccolta dati fatta su articoli di La Repubblica, Il Fatto quotidiano, La Stampa, L'Espresso, Sito M5S (per raccolta dati aggregati Camera dei Deputati messo on line dai deputati M5S sulla base di doccumenti ufficiali), documenti on line su siti governativi, flmati su Youtube)