giovedì 7 novembre 2013

Parlano di altro.


Assisto, abbastanza impotente e sempre più disinteressato agli atti del presente governo.
Il tema centrale del PDL è il futuro di Berlusconi, si alla stirpe dinastica, ma intanto il basso profilo è opportuno. La “farsetta” del ritorno a”nuovo” Forza Italia, lega mani e piedi (come fatto ad ottobre), il vicepremier Alfano e il gruppo di spennacchiate pseudo colombe che schivano gli spruzzi di acido, inviati con chirurgica precisione, da un altrettanto spennacchiato e mal assortito gruppi pseudo falchi (non vorrei insultare la razza dei falchi ne quella delle colombe accostandoli a simili esemplari di mammiferi). Mi pare che oltre il “padrone” il resto sia una banda di caporali (riferito al mitico film di Totò, “Siamo uomini o caporali?”).
Decidiamo ora. No domani. No, dopodomani. Decadenza si, decadenza no. Inutile ripetere che un pizzico di etica e un comportamento da uomo di altri tempi (ahimè e ahinoi…) avrebbe portato a rassegnare immediatamente dimissioni, in silenzio. Senza teatrini, filmatini o altre sciocchezze da quaraqquaquà. Ma poi ognuno fa quello che vuole e troverà sempre qualche fesso che gli darà ragione.
Comunque, spero che Alfano non ceda. E se non lo farà, rivedremo il film di Ottobre, quando Berlusconi, lanciato per far cadere il Governo, farà mestamente marcia indietro, giusto per avere una vana ipotesi di rompere ancora i maroni in sede “governativa”.
Il tema centrale del PD, invece, è una allegra lotta intestina (mai sanata, dopo la ridicola trombata di Prodi a Presidente della repubblica). Si alternano facce e critiche. Ma l’obiettivo per chi è al governo è rimanerci (almeno fino a che non maturino pensioni e benefit, vari). E chi non è al governo è andarci (giusto per azzannare un po’ di torta). La sfida, ovviamente, si gioca dentro il PD: qualche faccia (nuova, vecchia, pseudo vecchia o sconosciuta ai più) si arrabattano in un teatrino di tessere (vere, false, gonfiate), siluri, dichiarazioni e controdichiarazioni. E sulle regole. Ovviamente del congresso e delle primarie del PD, chiaro. Non sia mai che si parli di altre regole.
Lista civica, nella sua insignificanza politica, fa da comparsa a questo spettacolo e litiga con chi aveva preso come “capitano” delle armate, un Monti che dopo averci spremuto bene (magari non poteva fare altro dopo il casino lasciato da 20 anni di esortazioni a “muovere” l’economia banalizzando la popolazione a uno stupido “Shopping People” da spremere in tutte le direzioni) aveva riacquistato 2 grammi di (vana) credibilità europea. 
Ora se ne va, sbattendo la porta. Impantanato in quel limbo che la Vecchia Balena Bianca era maestra nell'ordire e attuare. 
In tutto questo il Governo delle larghe (….????) intese (direi, meglio, “private”), che fa?
Rimanda. Tutto ciò che può rimandare: tasse, imu, provincie, iva, compensi, pensioni, giustizia (...?!?!?! C’è ancora???), infrastrutture, territorio, ambiente, sociale, cultura e altre cosuccie da poco. Non rimanda alcune nuove allegre tasse, condite con la panzana che si pagherà di meno. Se qualcuno ci crede, vive ancora nel mondo degli storditi o dei seguaci del cavaliere. O di quelli a cui questo status quo fa comodo perché si rimpinguano le tasche sulle disgrazie di chi non ce la fa e dei più “piccoli”.

Non sento (al governo di intende)… parlare di cose che abbiano senso. Mai. Nemmeno una volta. Da anni. Siamo messi male. E stiamo andando verso una catastrofe economico sociale che il paese non ha mai vissuto (nemmeno dopo la guerra), almeno in quel periodo eravamo con le pezze al culo ma la voglia, l’inventiva, l’energia e le possibilità erano inimmaginabili, rispetto ad oggi.
Non c’è una proposta innovativa, coraggiosa. Rivoluzionaria. Sento parlare di uscire dall’Euro e rido. Noi Italiani, maestri dell’alibi, diamo sempre la colpa a qualche “mostro” che non sia “noi”. Oggi è l’Euro.
Ma se uscissimo, con il debito che abbiamo saremmo in default immediato. E i 400 miliardi di Euro che ogni anno “vendiamo” all’estero di titoli governativi chi cazzo se li comprerebbe? Li farebbero pagare a tutti noi, probabilmente e soprattutto a quei fessi che non fanno questi conti.
Diamo la giusta prospettiva. Nessuno ci ha chiesto di entrare nell’euro, si, è vero.
Ma è anche che sono le scelte politiche di questi ultimi (non proprio solo gli ultimi...) anni che ci hanno messo dove siamo.
E’ anche vero che delle risorse che potremmo prendere (abbiamo appena perso altri 15 miliardi di finanziamenti) in questo ultimo trascorso periodo (2007 – 2014) ne abbiamo portati a casa (in media generosa) meno del 40 % delle nostre disponibilità. (detto da Tajani, vice presidente del parlamento europeo, a Roma tre settimane fa).
E’ la capacità dei nostri politici, di fare azioni, di governare, di essere lungimiranti che è nulla. Lo è in ambito Italiano e, a maggior ragione, lo è in ambito Europeo. E nel mondo. Non sappiamo vendere e valorizzare le nostre peculiarità e le nostre capacità. E mentre non lo facciamo, mentre il governo stringe la “garrota” alla cultura, all’innovazione vera, allo spirito imprenditoriale, al sociale, all’inventiva, alla capacità, alla fantasia e al merito che il mondo ci invidia, quel mondo…. Smette di invidiarlo e se lo compra.
Sta morendo la parte “viva” del paese. Quella che reggeva la baracca. 

E intanto?? Intanto parliamo di altro. 
Ore di televisione, articoli, comunicati sullo stato di salute di Dudù. Cazzo. Se si ammala, cade il governo. 

Parliamo di altro. Come se ci curassimo della nostra pettinatura sul 100 piano di una delle due torri Gemelle, prima del crollo…. Nota. Per chi non se ne fosse avveduto, da quando al governo c’è “postpone” Letta, ci ha superato anche la Spagna.

Intanto… perplessi i “media” del mondo ci guardano attoniti e dicono… “ma… di che cazzo stanno parlando ??”.