giovedì 8 novembre 2012

Ragionamenti semplici sull'economia.

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“Se non ci fosse il debito, nel nostro sistema monetario, non ci sarebbe moneta.”
(direttore FED, 1941)

Un giorno, nel paese del sogno americano, nel 1933, la FED decide, dopo la grande depressione del 1929, di agire. Raccoglie tutto l’oro in circolazione di tutti i depositi.
Da questo momento la moneta che prima aveva la scritta “convertibile in oro” (discendenza dell’antico baratto, per cui a ogni moneta corrispondeva una determinata quantità di oro preso come “bene “ di base) diventa “moneta corso legale”.  Cioè non rappresenta da questo momento più l’oro, un capitale che ne giustifica il valore. La moneta da allora è un valore.
Questa decisione viene legalizzata a livello internazionale nel 1971, durante gli accordi di Breton Woods dove si decide che “la moneta non è più convertibile in oro”.
In base a cosa viene stampata la moneta, allora?

In base a un sistema di debito e di prestito. 

Leggete Modern Money Mechanics (abbreviato qui in MMM) (www.rayservers.com/images/ModernMoneyMechanics.pdf) della Federal Reserve. Bibbia e legge del sistema bancario attuale. 
Meccanica della moneta moderna, rappresenta la procedura attuale per la stampa di moneta.

Faccimo un esempio di casa nostra. Il governo Italiano (ad esempio), non potendo stampare direttamente moneta, stampa dei titoli (chiamati “titoli del debito pubblico”, e va alla Banca d’Italia (prima dell’euro ci pensava da sola ora solo e per conto della BCE), che acquista (attraverso un’asta con investitori) questi debiti.
All'acquisto stampa delle BANCONOTE di un valore economico pari ai titoli di debito pubblico acquistati.  Quindi: Vengono create nuove banconote a fronte dell’acquisto da parte di privati (che solo Bankitalia gestisce) dei TITOLI di DEBITO del Governo Italiano. La banca d’Italia “presta” al governo il denaro usando, come garanzia, solo l’affermazione che verrà restituito. Creato dal nulla, non ha un controvalore fisico (oro, gioielli o altro bene di valore) se non i TITOLI di STATO (uguali a delle “cambiali”).
Se i titoli valevano un miliardo, adesso ci sono un miliardo in più di banconote (virtuali) in circolazione (disponibilità del Governo Italiano in questo caso).
Ma il “governo” è il rapprentante, il portavoce. Il debito ricade sullo stato. Lo stato siamo noi.
Il debito si chiama “debito pubblico”.

Al 31 dicembre 2011, il nostro “debito Pubblico”, era di 1.897.179 MILIONI di EURO.

1.879.179.000.000 €

Ma non siamo solo noi messi così. Il sistema è mondiale, quindi nel 2013 il debito pubblico italiano sarà pari a 1.988 miliardi di euro. Quello tedesco sarà di 2.082 miliardi, quello francese di 1.946 miliardi e quello inglese di 1.532 miliardi di sterline, che al cambio attuale significano circa 1.900 miliardi di euro.
Gli USA, trucchi contabili a parte, si attestano a 14.200 miliardi di dollari. Pari a circa 11.138 miliardi di Euro.

(Dati borsa italiana .it  e  dati sito dipartimento del tesoro

Quindi la questione potrei riassumerla in:
primo: E’ il sistema che fa schifo. Chi l’ha pensato e realizzato lo ha fatto per massimizzare il profitto di pochi a scapito di tutti (stati, regioni, comuni, privati, famiglie, enti… chiunque).
E tutti all’inizio ci hanno marciato. Questo sistema permetteva anche agli stati di far lievitare le proprie spese senza ritegno alcuno.
Secondo: l’America l’ha inventato e imposto?  Vero. Ma tutti, TUTTI lo hanno accettato e ora sono con i piedini dentro. E dai numeri visti li prima tutti siamo nella stessa barca.
E’ vero bisognerebbe guardare anche il rapporto Debito/Pil e altri fattori. Ma qui non sto facendo un trattato di economia. La voglio vedere semplice. E i dati riportati sono quelli ufficiali. Questa è la situazione. 

Ma chi è il proprietario di questi debito?
Cioè: chi, domani, potrebbe teoricamente voler la restituzione questi soldi?
Da noi la Banca d’Italia. Si.

Nota: Il 94,6% Banca d’Italia (il 5,4 pubblico restante è in mano a INPS e INAIL) è in mano a PRIVATI.
Non al Governo, alla amministrazione pubblica, ma a Società per Azioni, in mano a privati, proprietari di altre banche, assicurazioni e fondazioni, che fanno giustamente i loro interessi.

La Banca d’Italia agisce conto degli “investitori” che, all’asta, hanno COMPRATO i titoli di debito pubblico (il debito).
Nel nostro mondo globalizzato oggi molti “debiti” sono comprati dalla Cina (da operatori banche, finanziarie, assicurazioni), attualmente molto forte a livello economico.
E ricordate: per un operatore finanziario controllare il debito di una nazione significa controllare “la vita” di quella nazione. Per questo si fanno guerre. E per questo banche di altissimo livello commerciano in armi. (ma è un altro capitolo).

Gli investitori comprano i debiti avendo come “garanzia” solo “la fiducia” che questo verrà restituito. Ho un brivido nella schiena ad accostare la parola fiducia in un mondo come questo permeato di regole da “teatro di avanspettacolo”. Ma in realtà, paradossalmente, se manca, crolla tutto questo castello.

E questi operatori, investitori? Chi cazzo sono?
Sono altri governi, altre banche di altri stati, multinazionali, assicurazioni, fondazioni, operatori economici.

Ma adesso viene il bello. Ritorniamo all’esempio Italiano.
Questo miliardo, concesso, viene depositato dal governo in una banca commerciale.
Questo deposito diventa, con un “Enter” di un PC, parte della “riserva” di quella banca.
E qui il meccanismo si fa perverso: il documento di cui sopra (MMM) dice che solo il 10% di un ammontare è considerato come “riserva OBBLIGATORIA” della banca che riceve questo ammontare.
Il restante 90% (900 milioni nel nostro esempio) diventa riserva “in eccesso”.
Questa banca a questo punto, emette la disponibilità di prestare (attraverso mutui, finanziamenti, crediti)  soldi per una disponibilità di 900 milioni. Ma non facendo affidamento ai 900 incassati, ma creando una disponibilità “virtuale” per altri 900 milioni, che hanno come corrispettivo la promessa (contratti) stabili dai mutui con i clienti. E via così per ogni deposito. Contratti che possono essere scambiati, venduti, assicurati perché sono un debito e, quindi, un valore economico.

In altre parole per ogni deposito creato dal sistema bancario, una somma di denaro 9 volte più grande può e viene (se tutto va bene, in questo sistema) creata dal sistema bancario.
Creata se c’è la fiducia. Creata se le banche concedono prestiti e gira moneta nell’economia vera, reale.
Credo che ci vorrebbe anche qualche regola, come un limite all’accumulo di capitali o una tassa sui movimenti bancari transazioni e pagamenti virtuali, (la Tobin tax dello 0,5%?). Probabilmente, nonostante il sistema (che trovo ingiusto e un po’ criminale), sarebbe forse meno pericoloso e un po’ più equo.

Ma… ooops. Nessuna regola. Nessun limite.

A questo punto si potrebbe parlare dell’inflazione, quella che ha fatto perdere in 8 anni all’euro il 50 % del suo valore d’acquisto. Ma lo faremo un’altra volta.
Oggi parlo di altro.

Questo sistema crea una rete economica globale. Con uno sforzo d’immaginazione si può (con una certa difficoltà) arrivare a capire che un governo locale (anche di una Regione) da una parte del globo si trovi ad avere garanzie di spesa grazie alla disponibilità di una banca sita dall’altra parte del globo.

Questo sistema d’altra parte, applicato a livello globale, in tutti i settori economici può produrre guadagni esorbitanti (attraverso una sorta di “compravendita dei debiti”).
Applicato esclusivamente a questo scopo può essere (e lo è attualmente) un sistema di arricchimento fortissimo per una piccola oligarchia mondiale.  

E così succede in America. La stessa che inventa le regole innesca alla crisi di oggi.

I gruppi bancari a cui mi riferisco sono, oltre alla Lehman Brothers (il cui fallimento dà il via alla catastrofe,  che stiamo vivendo oggi, ma che peggio vivono la Grecia e la Spagna): State Street, Bank of America, Merrill Lynch, Jp Morgan, Bank of America, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo più altre quattro banche non americane con una forte presenza negli USA: le svizzere Ubs e Credit Suisse, l'inglese Barclays e la tedesca Deutsche Bank.

L’inizio della fine. Com’è si è accesa la miccia di questa crisi.  
È accertato che in questo sistema (attuale) la concessione del credito (che permette al cittadino medio di comprarsi una casa o di rifornire il negozio…) ha la capacità di costruire una economia moderna, mentre la mancanza di credito distrugge una economia di uno stato in un attimo.
E lo sarebbe molto di più se non fosse “drogato” da interessi (insolvibili) e costi accessori. Ma, in Italia ad esempio, il sistema bancario ha un “controllo” Statale e amministrativo molto “limitato”. E' svolto dalla Banca d'Italia. Su mandato del governo, che ogni hanno richiede una relazione.
Oggi i governi (e ho scritto “governi” e non “stati”, non a caso) sono nelle mani delle banche e di questo sistema economico. 

Torniamo negli USA. Siamo prima del 2008.
Gli operatori economici di Wall Street (quelli sopra) cominciano a raccogliere i pagamenti per i mutui delle case. E a rivendere (cartolarizzare) parte di quei pacchetti a degli investitori (industriali, multinazionali) che reinvestono e che fanno una valanga di quattrini. (parlo di premi ai manager da milioni di euro).

Così gli investitori a questo punto dissero, “ok. Il sistema rende. Dateci altri pacchetti”.

Gli istituti di credito (banche) che, fino ad ora, avevano concesso prestiti (mutui) con buon credito (con regole, affidabili e controllati) cambiano registro. Vista la richiesta ed il guadagno possibile, cercano di guadagnare MOLTO di più abbassando i criteri di aggiudicazione. 
Se prima serviva un valore creditizio di 620 (analisi di solvibilità del richiedente il mutuo) e una caparra del 20% si arriva a un valore creditizio di 500 e nessuna caparra. 
L’acquirente, la persona comune, che si rivolge a degli esperti pensando che sappiano quello che fanno, pensa, “se la banca vuole prestarmi dei soldi, vuol dire che posso permettermeli”.
Così succede che questa gente insegue il “sogno americano” (che mi pare il sogno di tutti….) e moltissimi accendono mutui e si comprano una casa.

Le banche sanno bene che le garanzie che “poggiano sulle uova” sono rischiose, così per contenere i possibili danni alcune banche stipulano polizze assicurative. Così che, se i mutui fossero falliti, le assicurazioni avrebbero pagato.
Le banche che hanno assicurato le potenziali perdite, hanno eliminato i rischi dai libri contabili.
Così hanno investito ancora e fatto altri soldi.

Molte società si sono assicurate da questi rischi mentre molte altre no. Stupidamente e avidamente, si sono prese tutti i rischi. (questi diventeranno i “Titoli spazzatura o tossici” perchè insolvibili)
Una di queste è l’EIG Ltd mostruosa compagnia di assicurazioni maltese con contratti in tutto il mondo.  Una di quelle “troppo grandi per poter fallire”.
Perché lo hanno fatto? Ovviamente per i soldi. Come dicevo, onorari da centinaia di milioni.

EIG non assicura e cartolarizza (ceduti da una entità ad un’altra per vantaggi economici) solo mutui.
In America 81 milioni di polizze di assicurazioni sulla vita per un valore nominale di 1900 miliardi di dollari in pensioni sono solo un parziale esempio di ciò che è l’EIG.
I leasing per l’acquisto degli aerei di linea delle più grandi compagnie aeree sono dell’EIG. Cantieri (case, strade, porti, zone industriali) sono coperte da EIG. In tutto il mondo.

L’EIG si basa su stime interne pensando che il mercato immobiliare sarebbe cresciuto.
E invece è sceso!

I prezzi delle case sono scesi.
Il poveraccio che aveva comprato la casa dei suoi sogni ha visto il tasso del suo mutuo esplodere, l’importo delle rate crescere. Il default.
I mutui cartolarizzati affondano e l’EIG liquida le SWAP (prodotti "derivati" di compravendita del debito).
Tutte. In tutto il mondo. Nello stesso momento.
Ma anche così EIG non riesce a questo punto a pagare i propri debiti (ossia non ha la moneta liquida, i capitali in cassa per pagare gli investitori che rivogliono i soldi). E va in rosso.  
Ogni banca assicurata con lei, lo stesso giorno conta le stesse ingenti perdite.
E tac, anche le banche vanno in rosso (ossia non hanno più liquidità per restituire i soldi agli investitori che li rivogliono indietro).

A questo punto la prima banca a cadere sotto i colpi di questa frana è la Lehman Brother (2008).

E non pensate che stia parlando di fantascienza.
Il Comune di Padova attraverso l’APS perde 200 milioni di EURO in titoli di debito acquistati attraverso il consorzio “Patti Chiari” (composto da Cassa di risparmio del Veneto e Intesa San Paolo) da questo crak. E la causa intentata dagli investitori per recuperare almeno parte di questi soldi è ancora in corso.
(http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?id=12809#.UJvLT78Vd_k)
Parlo di Comune di Padova. APS, una municipalizzata locale.
Non parlo di una Regione (Lombardia, Campania….) o di una provincia.
Immaginate come il crak di una banca finanziaria possa coinvolgere il mondo?

Allora il Governo Americano cosa fa?
Per salvare il proprio sistema economico inietta denaro liquido alle banche cioè compra titoli (azioni) delle banche di cui sopra, diventa socio temporaneo, senza nazionalizzarle, senza diritto di voto di questi istituti, portando un gruzzoletto per ogni banca e spendendo in tutto 125 miliardi di dollari.
L’intento è quello di restituire liquidità alle banche,  affinché loro lo prestino (aprano il credito) e scongelare l’economia reale che in questo modo potrebbe ricominciare a ripartire.
Ma le banche, che hanno causato questo danno, non solo non accettano alcuna restrizione o controllo sull’utilizzo, ricevono i soldi e in barba alla fiducia, chiudono i cordoni della borsa.  
In un’ottica privatistica le banche pensano solo a salvarsi il culo. E la fiducia (inevitabilmente, senza fatti positivi) crolla. Gli investitori svendono, la borsa crolla.

EIG il 19 settembre 2011 è in liquidazione coatta amministrativa (fallimento commerciale).
Così crolla tutto. Tutto il sistema finanziario.
Perché non c’è nessuna regola?
Perché non è stata messa? Perché in questo sistema tutti gli attori stavano facendo una valanga di soldi. E nessuno le voleva. Etica zero. Solo pancia.
 
La gente comune si trova con governi pieni di debiti, che sono in mano a privati, che possono in ogni momento richiederne la solvibilità.
L’immissione di denaro pubblico (il Governo Berlusconi ha fatto la stessa manovra americana) automaticamente abbassa il valore della moneta circolante e si alza l’inflazione.
La fiducia viene ancora meno.
Meno soldi che girano con meno valore, niente credito. Comincia la picchiata. Amministrazioni e aziende che fino a ieri si sono indebitate, trascinano (non pagando i debiti verso fornitori) in una spirale in caduta chi, anche se abbastanza sano, non si vede pagato il proprio lavoro.

Ed eccoci ad oggi.
In piena crisi. Consumi in coma quasi irreversibile. Recessione economica. 
E tassazione. Per riavere capitali. 
Per rientrare nei parametri richiesti dal governo europeo siamo soffocati da una tassazione insostenibile. Spero che il significato di INSOSTENIBILE sia chiaro.
Non è possibile, per un medio imprenditore, reggere senza qualche “aggiustamento”.
Se non proprio di evasione fiscale, magari sottopagando lavoratori.
Come si può reggere pagando il 55 % delle proprie entrate di tasse? (dato del Corriere della sera, 12 luglio 2012) Sempre che non si faccia parte della piccola famiglia dei privilegiati che reggono le fila dei giochi di cui sopra.
Non una sola azione per eticizzare questo sistema.
Non una sola azione per cambiarlo e provare a migliorarlo.
Solo pezze su una camera d’aria ormai lisa e incapace di sostenere la bicicletta di una economia che rischia il tracollo.
Ieri Obama è stato rieletto. I mercati hanno risposto con – 2,6% (DJ).
Lui ha contro - ribattuto che l’obiettivo è salvare l’America (avevate dubbi?)
L’Europa dovrà arrangiarsi.
Oggi Draghi dice che la crescita dell’Europa è lenta. (AdnAkronos)
Qualcuno sostiene che la ripresa sarà nel 2013 (il premier Monti ne è convinto. su il sole24ore).
L’Unione Europea sostiene invece che non ci sarà ripresa fino al 2014. (oggi, La Repubblica).
E nessuno, NESSUNO che sostiene che forse, dico forse, bisognerebbe mettere mano al sistema, invece che mungere i cittadini.
Ma io non sono nessuno. E subisco, incazzato, la crisi come molti altri.

3 commenti:

  1. Moreno.. E quindi?! Non per sminuire, non per togliere valore, non perché non sia d'accordo con quello che dici.. Ma..
    A che pro?
    Io lo so da tempo, ma moltissima gente e non parlo solo di gente comune (travaglio é uno, giusto per fare il nome di un giornalista che adoro e che non capisco come fa a ritenere che ció che tu riassumi qui non abbia un'evidenza che va al di lá di qualsiasi "prova"), ritiene tutto questo una bufala.. Che vorrei capire come fa ad essere una bufala.. É chiaro come il sole.. E spiega anche un mucchio di cosine.. Tanti tasselli che vanno al posto giusto guardandoli da una certa angolazione.
    Per cui.. Che si fa? Oltre che stare a casa a scaldare le sedie leggendo lo schermo di un computer?
    Sono stanca del nostro immobilismo e del nostro, mi sia concessa licenza, "pecoronismo". Sono insopportabili.
    L'ignorante non sa, ma quelli che sanno, si lamentano ma non fanno un cazzo per cambiare, magari poco, magari da dentro, o in maniera piú attiva e visibile.. Non riesco più a sopportarli.

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  2. Condivido il tuo malumore, Erika. Il mio non era un lamento. Ho solo voluto mettere in chiaro una lettura della situazione che ho maturato leggendo e vedendo un po di cose, senza usare linguaggi tecnici. Tutto qui.
    Che si fa? Si combatte. Si dice no, quando si può. Si cerca di favorire una economia a kilometro zero, fatta di gente locale e di bisogni veri.
    Si sceglie
    chi votare: anche s eparlo per me, ho trovo qualcuno che prova a cambiare o il mio voto è bianco.
    cosa mangiare, non prodotti da mutinazionali, ma prodotti locali e che si fottano cocacola, barilla, nestlè, McDonald e tutti i loro colleghi.
    cosa comprare: le regole sono risparmio, riciclo, durata ed estetica. Non marca o status simbol.
    Ovvio. Per quello che posso. Per quello che riesco.
    Credo che vada bene anche dirlo, ogni tanto e provare a far rimbalzare la voce. Problema di cui si parla = problema che esiste.
    E lottare, per non annegare nella cacca che cerca di sommergerci.
    Riprendo una poesia postata qualche giorno fa:
    Gli spari intorno a noi,
    ci impediscono di udire,
    ma la voce umana è diversa,
    dagli altri suoni,
    e può essere udita
    al di sopra dei rumori che seppelliscono tutto il resto;
    perfino quando non grida,
    perfino se è solo un bisbiglio,
    perfino il più lieve bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti,
    quando dice la verità.

    Ciao.

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  3. Condivido il tuo malumore, Erika. Il mio non era un lamento. Ho solo voluto mettere in chiaro una lettura della situazione che ho maturato leggendo e vedendo un po di cose, senza usare linguaggi tecnici. Tutto qui.
    Che si fa? Si combatte. Si dice no, quando si può. Si cerca di favorire una economia a kilometro zero, fatta di gente locale e di bisogni veri.
    Si sceglie
    chi votare: anche s eparlo per me, ho trovo qualcuno che prova a cambiare o il mio voto è bianco.
    cosa mangiare, non prodotti da mutinazionali, ma prodotti locali e che si fottano cocacola, barilla, nestlè, McDonald e tutti i loro colleghi.
    cosa comprare: le regole sono risparmio, riciclo, durata ed estetica. Non marca o status simbol.
    Ovvio. Per quello che posso. Per quello che riesco.
    Credo che vada bene anche dirlo, ogni tanto e provare a far rimbalzare la voce. Problema di cui si parla = problema che esiste.
    E lottare, per non annegare nella cacca che cerca di sommergerci.
    Riprendo una poesia postata qualche giorno fa:
    Gli spari intorno a noi,
    ci impediscono di udire,
    ma la voce umana è diversa,
    dagli altri suoni,
    e può essere udita
    al di sopra dei rumori che seppelliscono tutto il resto;
    perfino quando non grida,
    perfino se è solo un bisbiglio,
    perfino il più lieve bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti,
    quando dice la verità.

    Ciao.

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