martedì 1 ottobre 2013

Libertè, Egalitè... Impunitè e incapacitè!!!!


Sono un po’ di giorni che assisto, basito e stordito, alle scenette del nostro governo.
Cerco di informarmi, guardando trasmissioni che (più o meno) sono di critica e di analisi.
Piazza pulita, con De Gregorio… Report, con l’analisi dei ministri del Governo Letta.
B con i suoi mal di pancia seguito, pedissequamente da innumerevoli mister linguetta. Emeriti mister “nessuno” messi li da un facoltoso anziano. E per questo legati a lui a doppio filo.
Ma non di questo voglio scrivere.
L’Italia inserita (per ora) nel G8 dovrebbe essere un paese modello, all’avanguardia, pronto a dare nel mondo esempio. Si, ok. Magari lo da, ma non quello di cui parlavo.
Parlavo del fatto che migliaia di immigrati vengono da noi sperando in un paese più equo, giusto e a misura di uomo e di famiglia.
Ma in realtà, di quanto siamo lontani da una realtà più equa e più giusta?
Forse così lontani che molti non riescono nemmeno ad immaginarla. A volte, investito dai problemi di una realtà pesante e fastidiosa come la nostra, faccio fatica anche io.
Ad esempio: Equità.
Cosa significa? Che tutti pagano uguale o che chi ha di più paga (commisurato all’oggetto del “pagare”) un po’ di più? Non parlo dei prodotti a supermercato (li c’è il fantomatico “Mercato” che detta i prezzi delle cose).
Parlo di tasse, sanzioni e (alcuni) servizi che nel privato sono GIA’ differenziati per fascie di reddito.
Il fatto di dire che tutti pagano uguale è come sdoganare differenze e classi.
Di fatto, ad un nulla tenente, che ha perso, il lavoro 100 € pesano molto di più che ad un ricco benestante che all’anno dichiara decine di migliaia di euro (volendo ammettere una dichiarazione onesta). E vale sia per alcuni servizi che per alcune sanzioni.
In questo senso, il pagamento colmerebbe il gap delle differenze.
E, a mio avviso, sarebbe più “uguale”.
Stimolato da un amico ho pensato: ma perché un disoccupato deve pagare i servizi come una persona con un buon reddito? Se uno non ha un’entrata, non ha più diritto a spostarsi con i mezzi pubblici? A fruire della possibilità di comunicare? Ad avere un tetto sopra la testa? A mangiare? A bere?
Oppure, come l’esempio di Report di ieri sera… Quando faccio una multa per eccesso di velocità in un centro abitato, cosa faccio, come Governo? Cosa punisco?
Come è logico, si punisce l’atto potenzialmente molto pericoloso ed il potenziale danno alla società. Il centro di una città non è “Le Mans” e non è un caso che un bambino o un passante attraversino la strada.
Ma quanto incide una multa di 100 € a un disoccupato rispetto a un benestante? Quanto sono quelli che “possono”, che insieme alla macchina si “comprano” anche la possibilità di fare quel cazzo che gli pare? Ricordo di un “Onorevole” che dagli schermi fini per un bel pezzo sugli scranni del parlamento e con la sua macchina sportiva inanellava infrazioni del codice stradale in rapida successione. Per poi dire “tanto pago!.
Credo nelle utopie? Non direi. Altri paesi già lo fanno. E se non tutto ciò che ho detto, sono su quella strada di innovazione sociale, verso la direzione di quegli obiettivi.
E si può fare meglio. Li un individuo che si piglia una multa,  fermato dagli agenti (in tempo reale) riceve una multa commisurata al suo reddito dichiarato. Di il peso della sanzione è commisurato al reddito del sanzionato, ma non per punire il fatto che sia ricco. Ma per togliere il vantaggio illecito di potersene fregare della legge (di cui, molto spesso da noi, lui è uno dei promotori).
Noi mettiamo l’IMU (che colpisce tutti, uguale) e poi la togliamo per mettere un’altra tassa che colpisce anche chi la casa di proprietà non ce l’ha.
Noi aumentiamo l’IVA.
Noi aumentiamo la benzina (i carburanti per trazione). E avendo impostato un sistema di lavoro basato anche sullo spostamento e non investendo sui mezzi di trasporto delle persone, bastoniamo il ceto più fragile.
Ed è così da quando ho memoria.
E, da quando ho memoria, vedo le cose buone fatte in questo paese, da singoli individui che quasi (molto spesso) si slegano dal contesto e vengono “cavalcati” da politici incapaci di fare quello per cui sono lautamente (giusto o sbagliato che sia, è così) pagati.
La nostra classe politica è triste, incapace, legata a idee vecchie (e non per l’età, ma per la cultura, scarsissima) e con uno sguardo sul futuro di una talpa finita sotto a un Tir.
E mentre noi ci perdiamo in cazzate di poco coraggio (sai mai, perdo la poltrona prima di avere il vitalizio… meglio essere di “basso profilo) o, in casi peggiori, di una incompetenza tale che in qualsiasi “azienda” votata al profitto si sarebbe defenestrati in tempo reale, il resto del mondo se ne va, relegandoci nel posto di “ultimi” e sfigati.
A me non frega nulla, se i politici si abbassano gli emolumenti e si tolgono i privilegi.
Sono nella stanza dei bottoni. Hanno GIURATO di servire lo stato ed il popolo ITALIANO. Per quanto siano atti formali e rituali di cui ci si dimentica in fretta, lo hanno fatto emagari pure con un atteggiamento fra il commosso e il rispettoso.
E non discuto nemmeno che non dovrebbero farsi i cazzi loro (interessi economici in primis), perché questo per una mente logica e normale, sarebbe fuori discussione, ma dovrebbero essere l’espressione di ciò che di meglio la società e la cultura Italiana esprime.
E’ una tristezza profonda pensare che, molto probabilmente, è così.
Dovrebbero essere quelli (se non proprio artefici) pronti a raccogliere le buone idee e le sfide e votati a migliorare la vita della gente che rappresentano.
Se non fossimo in una situazione crisi che fa si che lo stipendio di un Parlamentare (ma mica solo di loro, ci sono fior di manager statali o di magistrati o giudici che prendono tanto quanto) urla ingiustizia rispetto a quello della maggior parte della popolazione e facessero quello per cui sono li, non mi scandalizzerei così tanto.
Quello che mi urta il sistema nervoso e mi porta a pensare, 20 ore al giorno, di trovarmi un altro paese dove fare le mie cose e invecchiare è altro.
E’ la loro assoluta nullità realizzativa e innovativa. 
E’ la loro incapacità politica.
E’ l’assoluta mancanza di una visione del futuro.
Una immobilità mentale e operativa che molte volte è doppiamente colpevole: non solo perché c’è incapacità, ma anche (spesso) perché c’è dolo e interessi illegali privati (a volte pure certificato da sentenze!!!).
La crisi, alibi sotto cui nascondere la necessità di sacrifici per tutti (e non imposti SOLO ad una parte della popolazione), poteva essere una meravigliosa occasione per provare ad aprire le finestre e cambiare radicalmente in senso equo uno stato che dopo le grandi guerre non ha saputo ancora trovare una direzione “moderna”, davvero equa, sostenibile e socialmente attenta.
Dove cambiare la cultura di tutti gli italiani, liberandosi da schizzi di razzisti e intolleranza, da comportamenti imperniati su una falsa furbizia e malcostume, basata solo sul profitto e sulla realizzazione a scapito del prossimo. Forse si sarebbe potuto mettere davvero su un angolo la malavita organizzata, dando risposte reali a chi a bisogno e non demandando chi è sul territorio (e a volte, appunto, anche chi lo fa ma è al di fuori della legalità).
E non è utopia. E’ coraggio, senso del futuro e della realtà.

In questo senso mi sarà veramente difficile votare.
Del meno peggio mi sono davvero rotto i coglioni.

3 commenti:

  1. Concordo con te lo sai, e mi fa piacere che anche tu ti sia rotto i coglioni di votare. Ho visto anche io un pezzetto di Report, e sai quale è stata la mia riglessione? molti di questi "personaggi" ora a Roma sono e sono stati amministratori locali. Ma chi cazzo li ha votati????? Godzilla e il Grande Puffo??? No, gli italiani. E' per questo che condivido quanto detto da Grillo: se gli italiani voteranno ancora per PD e PDL me ne vado!

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  3. Già. Penso anche che il manzo che si è "accasato" con la figlia del fondatore del MIR, nel suo paesuccolo trentino ha preso 52 voti e con quelli, grazie al suo uccello (probabilmente più efficace e sveglio di lui) si è trovato parlamentare (...?!?!?!?!) e sottosegretario a non mi ricordo cosa. Sistema di merda e autocelebrazione di una incompetenza annunciata. Comunque concordo con Grillo, se devo morire di fame, meglio farlo in un paese dove c'è il sole, bella gente e non questi mangiapane a tradimento messi su da una manica di sottoculturati ignoranti (se non colpevoli) concittadini.

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