mercoledì 28 agosto 2013

Quale futuro ci aspetta? Opportunità.



Invece di parlare di argomenti negativi e di problemi provo oggi a parlare di “opportunità”. 
Quelle opportunità (magari insite in un sistema discutibile e migliorabile) comunque “concrete e reali” per chi vuole “fare” e non solo “parlare”.
Nonostante sia un ambito in cui l’Italia non “brilla”, ne parlo in maniera positiva e propositiva.
Per cogliere nuove opportunità e per informare su “possibilità”.
Parlo di alcune nuove opportunità di finanziamento per progetti fornite dall'Unione Europea nell'ambito della nuova programmazione UE 2014 - 2020. Solo fondi DIRETTI in queste righe. 

La situazione consuntiva (a fine hanno termina il periodo di programmazione 2007 – 2013) dell’Italia sull’utilizzo dei fondi UE, vuoi per incompetenza (piuttosto che pagare un povero cristo “competente” ossia che passa le giornate a studiare direttive, leggi, meccanismi, limiti, procedure e tecniche ci si improvvisa con senza esperienza ne programmazione con risultati, a volte, drammatici), vuoi per limiti “governativi” totalmente miopi verso le opportunità offerte da questi fondi (penso al patto di stabilità) fa si che l’ITALIA sia al PENULTIMO posto (in termini generali su tutte disponibilità Europee di fondi diretti e indiretti) fra i 27 stati europei. Un colpo di coda con il Governo Monti non ci ha dato la possibilità di “brillare” e di risalire significativamente la china. Se si pensa che l’Italia contribuisce per ogni periodo di programmazione con svariati miliardi di Euro e ci sono alcuni stati che accedono a questi fondi con percentuali superiori al 100% (spagna 140% ad esempio) si arriva, probabilmente, ad intuire la demenzialità della cosa.
I dati di questo articolo vengono riportati da documenti ufficiali e da relazioni di congressi consuntivi a cui ho partecipato personalmente, nonché da articoli di giornale (Il sole 24 ore, Repubblica, Il fatto quitidiano) e siti web specializzati nel settore.
Queste poche righe appena scritte saranno le uniche di questo post “negative”.
Il resto sono solo “opportunità”. Un po’ di Sole… anche se in lontananza.
 
Oggi, dunque, parlo dei Fondi UE “Diretti”. 
Ossia di quella “disponibilità” economica di fondi (non “prestiti o mutui” ma soldi in conto capitale da spendere secondo progetti e non da restituire) che l’Unione Europea mette a disposizione secondo gli obiettivi e le politiche definite in sede di parlamento europeo e distribuite in diverse tematiche e linee di finanziamento.

Si definiscono “diretti” perché i partecipanti ammessi (privati, enti, amministrazioni pubbliche, associazioni, società, coop, no profit ecc. …) rispondono a specifiche “call for proposals” (pubblicate secondo diverse tematiche) e fanno riferimento DIRETTAMENTE agli organismi UE che gestiscono i fondi. Niente intermediari governativi come invece succede nei fondi indiretti (FSE, FESR, FdC) che fanno riferimento ai governi locali (Ministeri e governi Regionali).
Siamo in Agosto, quindi pubblico questo elenco per fare informazione “per tempo”.
I primi fondi di questo periodo di programmazione saranno a disposizione dalla fine di quest’anno (2013) sino al 2020.
Parecchie novità contraddistinguono la rosa dei finanziamenti Diretti Ue per il periodo di programmazione 2014-2020.
I finanziamenti "Diretti" non sono da considerarsi "residuali", ossia “avanzi dei Fondi strutturali” (definiti “Indiretti”), ma vere potenzialità create a sostegno delle varie politiche comunitarie.
La loro natura permette, attraverso la costituzione di partnenariati tra enti, imprese e associazioni, sia pubblici che privati in Stati membri diversi, di attuare progetti di elevato interesse innovativo, incentivando la collaborazione tra i 27 paesi dell'Unione europea.
Il filo conduttore della nuova programmazione è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Obiettivo della Commissione per il prossimo bilancio UE è quella di spendere in modo diverso, con una maggiore enfasi sui risultati e sull'efficacia, concentrandosi sulla realizzazione del programma Europa 2020 .
Le risorse verranno ridistribuite, fra gli altri, anche in settori (ritenuti prioritari) quali la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e la cultura e i rapporti con l'area mediterranea.
Ma anche alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell'ambiente, il settore sociale e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte integrante di tutti i principali strumenti e interventi. Su queste tematiche trasversali mi concentrerò nelle righe a seguire.
Non faccio riferimento in questo documento ai programmi strutturali e al programma “Horizon 2014 – 2020” che, proseguendo sulla scia del Settimo Programma Quadro 2007 – 2013 sulla ricerca e sull’innovazione, è uno degli strumenti più potenti e di punta dell’UE, fortemente finanziato, mirato principalmente ai settore della Ricerca (Università e simili) e alle amministrazioni pubbliche in partenariato con le aziende private (anche PMI).
Non tratto qui nemmeno i programmi per l’imprenditoria previsti per la nuova programmazione quali ad esempio il  COSME 2014 – 2020 pacchetto per ricerca, innovazione e competitività specifico per PMI;

Ambiente e protezione civile.
Oltre all'integrazione della tematica ambientale nelle sue politiche e nei suoi programmi, la Commissione propone di proseguire l'attuazione del Programma LIFE+, allineandolo maggiormente agli obiettivi di Europa 2020. Come previsto dall'attuale periodo di programmazione, il nuovo strumento coprirà, all'interno di un solo programma, un'intera serie di azioni nei settori dell'ambiente e dell'azione per il clima. Nell'ambito del sottoprogramma relativo all'ambiente, lo strumento si concentrerà su due tipi di progetto: nuovi progetti "integrati", il cui numero e la cui dotazione finanziaria aumenteranno gradualmente durante la durata del programma, e progetti "tradizionali".
La Commissione ritiene che i progetti integrati possano svolgere il ruolo essenziale di catalizzatori verso il conseguimento di obiettivi quali la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, la gestione efficace della rete Natura 2000, la promozione della governance ambientale, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche nonché l'effettiva mobilitazione di altri fondi a tal fine. L'obiettivo dei progetti integrati LIFE è dimostrare l'attuazione sostenibile di piani d'azione ambientali relativi alle principali direttive UE in campo ambientale, come la direttiva habitat e la direttiva quadro in materia di acque.

I progetti integrati sosterranno una serie di attività e misure specifiche. I finanziamenti complementari di cui tali progetti avranno bisogno proverranno da altri programmi di finanziamento UE, da fondi pubblici nazionali e regionali e da fondi del settore privato e saranno gestiti congiuntamente, assicurandosi che siano utilizzati per conseguire gli obiettivi di tutela ambientale. I finanziamenti LIFE dovrebbero pertanto agire come catalizzatori, garantendo la coerenza con la strategia ambientale e sfruttando al massimo le sinergie.
Nel quadro strategico comune, verrà inoltre garantita una cooperazione più strutturata con gli altri fondi UE. I progetti continueranno a essere scelti in funzione del loro valore aggiunto UE e il loro potenziale di trasferimento di conoscenze e competenze.

La Commissione propone di rinnovare lo Strumento finanziario per la Protezione Civile così da fornire un sostegno finanziario ad attività pertinenti ai diversi aspetti del ciclo di gestione delle catastrofi, ossia una risposta più coerente e meglio integrata nelle emergenze, una migliore preparazione a far fronte alle catastrofi e azioni innovative per la riduzione del rischio di catastrofi. Si ricorrerà allo strumento finanziario per la protezione civile anche per la creazione della capacità europea di reazione alle emergenze, che avrà come base una condivisione volontaria dei mezzi di protezione civile degli Stati membri, così da determinare un rapporto costi-efficacia più favorevole grazie alla disponibilità coordinata dei mezzi di protezione civile. Lo strumento finanziario riveduto rafforzerà ulteriormente e potenzierà la capacità di gestione delle catastrofi dell'UE mediante il passaggio a sistemi prevedibili e pianificati in anticipo. Ciò avverrà attraverso una raccolta più completa di informazioni in tempo reale sulle catastrofi, una migliore localizzazione dei mezzi di protezione civile degli Stati membri e un approccio coordinato per agevolare il rapido spiegamento di personale e di materiale nell'area interessata dalla catastrofe. Esso sosterrà anche le attività di preparazione tese a migliorare la qualità della formazione, ad ampliarne la portata in modo da includere anche la prevenzione e ad integrare formazione ed esercitazioni. Verranno sostenuti anche gli sforzi degli Stati membri volti a rafforzare la pianificazione della gestione del rischio e a sviluppare meccanismi di finanziamento innovativi (come il pooling assicurativo regionale).

Politica sociale
Un nuovo "Programma integrato per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione" (Il cui nome sarà “Cambiamento e Innovazione Sociale 2014 – 2020”) si concentrerà su grandi progetti con un chiaro valore aggiunto dell'UE, al fine di raggiungere la massa critica e ridurre gli oneri amministrativi. Il focus principale sarà il “lavoro”. Saranno introdotte procedure e norme armonizzate e semplificate, onde agevolare l'accesso al programma, in particolare per le piccole organizzazioni. I lavoratori licenziati a seguito di profondi cambiamenti strutturali beneficeranno di un aiuto specifico erogato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG). Tramite il FEG, l'Unione europea continuerà ad aiutare gli Stati membri a fornire un'assistenza ad hoc ai lavoratori licenziati in ragione di mutamenti strutturali fondamentali provocati dalla crescente globalizzazione dei modelli di produzione e di scambio. Inoltre, l'intervento a titolo del FEG riguarderà anche i licenziamenti collettivi indotti da gravi squilibri dell'economia locale, regionale o nazionale, a loro volta causati da una crisi improvvisa e inattesa.

DCI II Strumento programmatico per la cooperazione internazionale e allo sviluppo paesi ACP.

Obiettivi fondamentali di questo strumento sono:
A - promuovere uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile
B - promuovere la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto dei diritti umani.
Questo attraverso l’attuazione di tre tipologie di programmi: geografici, tematici e programma panafricano a sostegno della strategia comune Africa – UE.
I programmi geografici potrenno essere attuati secondo alle seguenti aree di cooperazione:
A - Diritti umani, democrazia e altri elementi cruciali del buon governo: democrazia, diritti umani e Stato di diritto, parità di genere e empowerment delle donne, gestione del settore pubblico, politica e amministrazione fiscale, corruzione, società civile e autorità locali, risorse naturali, nesso sviluppo-sicurezza.
B - Crescita inclusiva e sostenibile per lo sviluppo umano: protezione sociale, sanità, istruzione e occupazione, clima imprenditoriale, integrazione regionale e mercati mondiali, agricoltura ed energia sostenibili.
C - Altri settori significativi per la coerenza delle politiche per lo sviluppo: cambiamenti climatici e ambiente, migrazione e asilo, transizione dagli aiuti umanitari e risposta alle crisi a una cooperazione allo sviluppo di lungo termine.
Le aree in cui verranno focalizzati gli interventi sono molteplici e differenziati per tematiche ed problematiche.
All’interno di DCI II sarà previsto un programma tematico intitolato “Beni pubblici e sfide globali”. Nel quadro generale dell’obiettivo di ridurre (e, se possibile, eliminare) la povertà questo sottoprogramma avrà lo scopo di affrontare tematiche parallele e collegate quali: ambiente e cambiamenti climatici, energia sostenibile, sviluppo umano, sicurezza alimentare, migrazione e asilo.
I programmi “Diritti fondamentale e cittadinanza” “Dafhne” ed il sottoprogramma di Progress relativo a “Parità fra uomini e donne” saranno accorpati nel programma “Diritti e Cittadinanza 2014 – 2020”. Resterà il programma Progress per le altre tematiche.
Infine il programma “salute per la crescita 2014 – 2020” si occuperà, fra l’altro, di intervenire per migliorare l’innovazione nell’assistenza sanitaria e accrescere la sostenibilità dei sistemi sanitari.

Istruzione , formazione , giovani , cultura e media
Importanti le novità per il settore istruzione, giovani e cultura. Il nuovo programma "Istruzione Europa" riunirà in se il Programma sull'apprendimento permanente (LLP), Erasmus Mundus e Gioventù in azione. Al suo interno verrà inoltre creato un sottoprogramma relativo ai finanziamenti allo sport.
Le azioni attualmente sostenute dal programma Leonardo saranno potenziate nel quadro dell'impegno contro la disoccupazione giovanile e la Commissione collaborerà con la BEI per fornire garanzie sui prestiti a studenti di master che intendono studiare in un altro Stato membro. Il nuovo programma prevede in particolare di:
–      fornire opportunità di apprendimento transnazionale mirate;
–      adeguare le competenze alla domanda del mercato del lavoro, al fine di stimolare l'occupabilità, lo spirito imprenditoriale e la partecipazione dei giovani;
–      stimolare le attività di volontariato e l'apprendimento non formale e informale
        fornire un ampio sostegno alla riforma e alla modernizzazione dei sistemi di istruzione e di formazione europei ed extraeuropei.
Cultura
Si chiama invece "Europa creativa 2014 - 2020" Il nuovo programma che riunisce in un unico quadro di finanziamento gli attuali programmi UE che intervengono nei settori culturale e audiovisivo, ossia “Cultura 2007-2013”, “MEDIA 2007” e “MEDIA Mundus”, e introduce allo stesso tempo un nuovo strumento di garanzia finanziaria destinato ai settori culturali e creativi.
Questo strumento riguarda progetti in tutti i settori culturali e creativi, vale a dire tutti i settori le cui attività siano basate su valori culturali e/o espressioni artistiche e creative.
Per meglio specificare settori comprende, in particolare, architettura, archivi e biblioteche, artigianato artistico, audiovisivo (tra cui film, televisione, videogiochi e multimediale), patrimonio culturale, design, festival, musica, arti visive, arti dello spettacolo, editoria, radio.
Il programma è finalizzato a promuovere e salvaguardare la diversità culturale e linguistica europea e a rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi.
Obiettivi specifici del programma sono:
- sostenere la capacità dei settori culturali e creativi europei di operare a livello transnazionale;
- promuovere la circolazione transnazionale degli operatori e delle opere culturali e creative e raggiungere nuovo pubblico in Europa e nel mondo;
- rafforzare la capacità finanziaria dei settori culturali e creativi, in particolare delle piccole e medie imprese e delle organizzazioni di questi settori;
- sostenere la cooperazione politica transnazionale al fine di promuovere lo sviluppo delle politiche, l'innovazione, la costruzione del pubblico e nuovi modelli di business.


Cocludendo: i finanziamenti previsti vanno dal 50% al 60-70% in casi particolari. Sono opportunità da cogliere, specialmente in un periodo in cui le risorse economiche non sono abbondanti. 
(ricordo che fa parte del mio lavoro, per cui, chi avesse necessità di ulteriori specifiche o info, può chiedermi). 


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